DI FEDERICO BADOERO 311 sarea nella creazione dei pontefici, dati avvisi continuamente per corrieri a posta di tutte le cose d’importanza , nelle quali, senza aspettar di essere ricercata, si è interposta per servizio dell’ una e dell’ altra Maestà, avendo servito più volte di gran somme alla Cesarea nel tempo delle guerre contro Protestanti, e mandato genti alla rotta di Ceresola, alla rivoluzione di Napoli, al sostenimento delle cose di Genova in tempo del conte del Fiesco, e ultimamente all’ assedio di Siena fatte le cose che sono note. Tuttavia innanzi il partir mio dalla corte compresi, per le parole de’ principali ministri, l’animo di Sua Maestà essere mollo alterato contro il duca, procedendo esso, dopo la partita dell’ Impe-radore, a negoziar di maniera, che pareva che di pari trattasse seco le cose, e che non solo facesse il neutrale , ma si lasciasse intendere che acconceria le cose sue con Francia se non s’ andava facendo quello eh’ ei ricordava, e specialmente che non fosse più sollecitato a restituir Piombino , o gli fosse dato Siena. E sommamente dispiacque a Sua Maestà e a tutta la corte, che 1’ ambasciadore di esso duca andasse alla visitazione di quello di Francia, e che essendo avvertito che non faceva bene, avesse risposto avere avuto questa speciale commissione da Sua Eccellenza, perchè essendo principe libero non voleva che il mondo si desse a credere che fosse ridotto in servitù di Sua Maestà Cattolica. Onde il confessore di S. M. ad un cavaliero, che le ricordava in quanti servizj si era il duca adoperato per 1’ una e 1’ altra Maestà, disse tutto turbato che non aveva fatto cosa, della quale egli non avesse ricevuto benefizio grande, come era Piombino e Siena ; che se per 1’ uno prestò denari, aveva ancora goduto molte entrate ed assicurato lo stato suo ; e se per 1’ altra ne aveva speso molti, possedeva anco molle terre di esso stato, ed aveva le cose sue proprie difese. Tra li consiglieri di Sua Maestà, don Antonio di To-