1 30 RELAZIONE DEL RE DE’ ROMANI termine essa si ritrovi, e che cause l’abbino ridotta a questa condizione. L’Ungheria, non dirò già da molti anni, ma dal re Mattias in qua, è stata regno che per sè solo, abbondando d’uomini, d’oro e di tutte le altre cose necessarie, è bastato come un bastione della cristianità a resister a’ Turchi, mantenendo con la virtù dell’armi e con la prudenza de’suoi re l’autorità del nome ungarico quanto mai altro regno abbia fatto; ma poiché successe al valor di Mattias la dappocaggine di Ladislao, e il poco saper e temerità di Lodo-vico, e le guerre intestine e le sedizioni del re Giovanni contro il re Ferdinando, la cosa è ridotta a tale, che non credo che alcuna provincia si trovi nè sia stata mai la più corrotta , la più ruinata e dissoluta di quella. Li re deboli per la lor dappocaggine non hanno potuto reggere la rapacità e insolenza de’Baroni, la quale è cresciuta tanto, che ha dato animo ad alcuno di loro con le ricchezze mal acquistate di farsi re, e non potendo conseguir il regno con le forze proprie, sono ricorsi all’esterne, ed hanno ridotta l’Ungheria a termine tale, che di settanta contadi, in che tutto quel Regno era diviso, ora non se ne trovano in essere più di trentaquattro, e questi anco di modo ruinati che con una gravissima imposizione di quattro per cento di capitale non si può cavar tanto denaro che paghi sei in sette mila uomini ; e se non fosse stato che li Baroni per l’estraordinario e ordinario suo vollero far l’ultimo sforzo de’14 mila cavalli in circa, che si trovarono nell’esercito , non ne sariano stati la metà. Tutte queste ruine procedono, perchè nella terra di Sirmio, che è fra Sava e Drava, e nel resto fino a Buda, per le molte venute de’Tur-chi, son ruinate le ville, li castelli e le città a tale, che Co-lozia (Kolotscha), che era uno delli arcivescovati d’Ungheria, e grandissima e popolatissima città, non ha ora vestigio alcuno di abitazione; e similmente Vacia (Waitzen) e Agria