2(')0 RELAZIONE 1)1 FILIPPO II. perché al combattere si veggono sempre volenterosi, e se sono feriti vedendo il sangue si fanno più ardenti, e paiono freschi fino alla morte. Sono veloci al corso, di grandissimo maneggio, e dureriano al par de’ Turchi se non s’incastellassero. Quanto alla gente da piedi, essendo la provincia , rispetto alla grandezza sua, poco abitata, poco numero può fare di soldati. Quando l’Imperadore andò contro il re Francesco a soccorrere Perpignano se ne videro in essere intorno trentamila, ma quando si facessero quarantamila per la difesa, ciò saria il più che si potesse adunare insieme per combattere in casa; ma fuori non s’ è mai trovato che vi siano stati più di ventimila, come fu al tempo che il conte Piero Navarro prese Tripoli ; ed ora tra tutte le fortezze delli stati del re possono essere in numero altri tanti; e chi volesse al presente trarne di più fuori, facendo ogni possibil cosa, non giungeriano ad altri diecimila, e da pochissimi gentiluomini è quest’ arte esercitata, e quasi tutti 10 fanno per povertà ; nondimeno si pongono intorno tutto quello che si trovano avere, dicendo ciò doversi fare nelle guerre, perchè essendo fatti prigioni salvano la vita con pagar la taglia , e prendendo altri vengono a uscire di povertà. Quando vengono in Italia apprendono in piccol tempo la disciplina ; e parlando propriamente in che vagliano, ciò si vede essere con 1’ archibugio nelle scaramuccie , essendo molto veloci con 1’ occhio e con 1’ intelletto a conoscere se si devono porre a rischio in qualsivoglia impresa; e se l’estimano non difficile , vanno con gran bravura, ma quando giudicano in contrario possono difficilmente da’lor capi essere condotti. Sono anco buoni agli assalti e alle difese delle fortezze, ma facili ad ammutinarsi. Hanno ritrovato verso 11 nemico l’armarsi, come fanno li Tedeschi, con li corsaletti corti, e di Biscaglia e Valenza si servono d'armature e lame eccellenti; ma per emendare gli errori dell’armare,