398 RELAZIONI-: DI SPAGNA tazione col favore di monsignor d’Arras ; doveva andar presso all’ Imperatore, ma intendo che anderà ambasciatore a Roma (1). Ma del consiglio di tutti li stati sono il duca d’Alva, ben conosciuto da V. S., da ben signore, riputato prudente e pratico, ma tardo ai subiti partiti ; il signor Ruy Gomez, che fa il tutto, il conte di Feria, don Antonio di Toledo, don Giovanni Manrique, gentiluomini cavalieri, ma di poca esperienza nelli governi di stato, perchè non li hanno maneggiati se non da poco in qua : e questi tre ultimi si tiene che siano molto affezionati a Vostra Serenità per I’ utile del loro re. Vi è monsignor d’ Arras , nobilissimo ingegno , prati-chissimo di tutti li stati, del quale non è bisogno parlare, ma è mirabilissimo, e porta riverenza a Vostra Serenità : è odiato da’Spagnuoli, massime dal signor Ruy Gomez, che 10 dissimula, e dal confessore del re, che entra anche esso nelli consigli: ma monsignor d’Arras resta in Fiandra, e si può dir che vale più lui solo che tutti li altri insieme; ma è invidiato assai. Restano nei Paesi Bassi presso a madama di Parma per consiglieri di cose di stato, oltra monsignor d’Arras e 11 conte di Feria, che sotto specie e nome di cose sue particolari e della moglie, resta in quelle parti, il principe d’Oranges, il conte d’Egmont, Bossù, Ostrat e Aremberg, tutti signori di quei paesi, li quali non hanno più che tanta pratica del mondo, e attendono a farsi benevoli que’ popoli per poterli comandare, e farli fare a lor modo ; e volendo il re qualcosa dai popoli, gli conviene prima gratificar questi signori, che persuadano a quelle genti ciò che a lor pare e piace ; ed essi attendono ad acconciar i fatti loro col re, dal quale ricevono donativi non più usati, gradi, preminenze e favori, e così i popoli ne vanno di mezzo. (1) lì cosi fu.