112 RELAZIONE DEL RE DE’ ROMANI chezze e di potere, talché al presente, come é detto di sopra, sono stimate per li due quinti dell’ Impero, e di giorno in giorno si augumentano sempre più, e per questo giudicano convenevole, e instano quanto più sia possibile per esser fatte eguali all’ordine dei conti e delli abbati. Nella quale dimanda hanno sommamente contrari e l’Imperatore e tutti li altri Stati, i quali giudicano che come fussero compiaciute di due voti, ne otterriano in breve tempo delli altri, e perciò verriano a mutar e alterare quella giusta e incorrotta repubblica loro. Questi due ordini delle città formano al presente ottantacinque, e si augumentano o si sminuiscono secondo che per tempora sono alienate dall’ Impero, come fu di Basilea, che si uni con Svizzeri, e Egra (Eger) con la Boemia, o vendute o subiugate, o all’ incontro si subtraono dal governo delli principi. Fra le principali sono Lubecca, Argentina ( Strasburgo ), Ulma, Colonia, Augusta, Norimberga, e poi le altre, delle quali alcune sono per la metà di Treviso, e si governano diversamente, chi con forma del tutto popolare, e chi per governo di minor numero, ma tutte con gran diligenza e parsimonia non solo conservano ma augumentano il pubblico ed il privato. Il contrario facendo li Principi, hanno pochissima entrata, talché i più ricchi di loro, che sono il duca Maurizio e il duca Augusto di Sassonia , e li duchi Guglielmo e Lodovico di Baviera, che quasi del pari concorrono, per l’ordinario non passano scudi 100 mila d’entrata l’anno; ma ne sono di quelli che non arrivano a 10 mila, e nondimeno vivono tanto profusamente, che ogni giorno vendono delli loro capitali, e alcuni di loro hanno tanto seguito questa strada, che non resta loro più da vendere. Questi soprannominati Stati, oltre le divisioni ed odii naturali che hanno fra sé, o per contestazione di giurisdizione, o per eredità, o per diversità di governo, al presente hanno quella della Religione , la qual sebbene