242 RELAZIONE DI FILIPPO II. entra nel consiglio con gli altri consiglieri, alli quali dice ciò che S. M. ha determinato delle cose riferite; e dopo che essa ha desinato va a farle relazione di tutto quello che ha consultato ed operato, poi se ne va a desinare lui, quindi di nuovo dà udienza, e se occorre, prima che entri nel consiglio, di entrare in qualche materia da essere esposta al re, lo fa, altramente eseguisce ciò dopo che è stato in consiglio. E perchè in tutte le cose si adopera, dirò quantò vale in esse. Egli, o nel consiglio di stato o in quello di giustizia, parla, ora delle cose della guerra, ora delle intrinseche di S. M., levando le male e introducendo le buone consuetudini ; e sebbene non sa molto, 1’ ardentissima volontà e la gran capacità d’ingegno lo fanno atto a servire. Ai punti difficili parla con li dottori da solo a solo, e ne introduce uno di loro al re, facendo alla Maestà Sua deliberare cose assai o contrarie a quelle che sono state fatte da’ suoi consiglieri, o di quelle che non vuole che essi sappino. Ricorda spesso al re d’ avere appresso di sè tutti quegli uomini che in qualsivoglia carico possano ben servirlo, come fece del signor Don Ferrante Gonzaga , che quando fu mandato il duca d’Alva in luogo suo al governo di Milano, pose tutto il suo spirito in persuaderlo che rimanesse alla corte, che averia ogni possibil grado, e solo da Sua Eccellenza mancò; la quale ora che vi è andata, credo che sia stato principalmente per opera sua, perchè è uomo da comportare che il suo re sia servito da ognuno, purché non aspiri di occupare il suo luogo, come faceva il duca d’Alva, che voleva fare il tutto ed essere quasi adorato; e da quella opinione nacque che il re, il quale intrinsecamente non amava esso duca , e perchè Ruy Gomez restasse nel grado in che è, lo mandò in Italia con quella suprema autorità, acciocché non potesse dire di non voler lasciare li carichi della corte per quei di fuora. Ed è tanto inclinato esso Ruy Gomez in far dare gradi e mercedi, che da’ giudiziosi è stato