14 RELAZIONI D’ INGHILTERRA Norfolk, generai tesoriere, principal vassallo di Sua Maestà, con entrata di ducati venti mila. Di questo eccellentissimo Duca, di sangue inglese nobilissimo, S. M. si serve più che d’ogni altra persona in tutti li maneggi; a questo, dopo la morte del Cardinale Eboracense, è accresciuta 1’ autorità e maggioranza, e in lui sono caduti e discesi lutti gli ufiìcj. Egli è savio, prudente, liberale, piacevole ed astuto; s’in-tertiene con ognuno ; è pratichissimo dell’ amministrazioni regali; discorre benissimo le cose del mondo; aspira a maggior altezza e mostra mal’animo verso stranieri, e contra la Veneziana nostra nazione nominatamente. Ha anni cinquantotto, è di persona piccola, magro e negro di pelo, ed ha due figliuoli. Il terzo ed ultimo Ducato è quello di Suffolk, Gran Maresciallo, con entrata di ducati trenta mila, uomo di sessantun’anni, molto prosperoso, il quale ancora che non sia di sangue tanto nobile, nientedimeno per avere in moglie la Regina che fu del Cristianissimo Aloise, sorella di S. M. (1), è riguardato assai ed onorato : tiene il secondo luogo nel secreto consiglio di S. M., nel quale rare volte entra, se non per cose di qualche importanza, consumando il tempo in altri spassi più sollazzevolmente. Seguita il Gran Ciamberlano, che è l’illustrissimo Conte di Vooffort (Oxford) (2), capitano dell’isola, uomo valoroso e di autorità, con entrata di ducati venticinque mila, solito sempre di cavalcare con dugento cavalli. Appresso vi sono due Marchesi, l’uno di Ossert (Exeter) (3) poi non è stato quasi mai più conferito, ed un Consiglio regge ordinariamente gli affari dell’ ammiragliato. Quando vien nominato un Grande Ammiraglio ha questi la precedenza su tutti i duchi. (1) Sir Carlo Brandon (il personaggio in discorso) fu crealo duca di Snf-folk nel 1514. (2) Diciamo Oxford, perchè la dignità di gran ciamberlano era ereditaria in questa famiglia, dalla quale passò sulla fine del secolo XVI in quella del presente titolare conte di Willoughby d’Eresby. (3) Diciamo Exeter, perchè il più propinquo alla corona, come appresso