DI GIACOMO SORANZO 85 certa la Serenità Vostra che nell’animo di S. M. e di tutta la Corte è una grandissima estimazione della prudenza e potenza di Vostra Serenità con desiderio anco di gratificarla in qualunque occasione. Venne per mio successore il chiarissimo Sig. Giovanni Micheli, il quale così onoratamente e degnamente comparve a quella Corte, che più non si avrebbe potuto desiderare in qualunque altro ministro di Vostra Serenità, oltreché il suo nome era molto conosciuto ; né io mancai in servizio di Sua Signoria Illustrissima, quanto le degnissime sue qualità lo ricercavano, ed innanzi il giunger suo e dopo, di far oificj con li quali tanto più 1’ onorato suo nome fosse illustrato ; ed essendosi ritrovato con S. M. e con li ambasciatori, posso render ampia testimonianza che il modo del proceder suo apporterà molto utile alla Serenità Vostra, onde senza dubbio ne riceverà quel maggior frutto che si possa desiderare. E non resterò di dire, che avendo la Serenità Vostra conosciuto la necessaria spesa delli suoi ambasciatori, onde è parso alla sua benignità di stabilire aumento di salario , sebbene lui sia partito da qui dopo la parte presa , non ha però detto aumento , sebbene io posso render amplissimo testimonio a Vostre Signorie III., che forse non è altro ambasciatore che ne sia più meritevole di lui, per la gravissima carestia che è in quel regno. Oltreché essendo di nuovo giunta la Corte di Spagna cresceranno anco più le occasioni necessarie di farlo spendere, onde parendomi che il bisogno suo meriti di essere suffragato dalla somma benignità di V. S., non mi è parso mancare di dirle queste parole, rimettendomi alla sua infinita sapienza. Con me è stato per secretano Messer Gio. Francesco de’ Franceschi, del quale veramente , Principe Serenissimo , se si volesse dir tutto quello che le qualità sue ricercano, e che sarebbe mio desiderio, mi converrei estender troppo lungamente ; ma solo dirò che siccome non vi è alcuno che