152 RELAZIONE I)’ INGHILTERRA vettovaglie e di render ragione alla plebe in cause minori, e tener cura della guardia della città il giorno e la notte tenendo le chiavi delle porte. Gl’Inglesi per lo più sono di bella statura, di buona disposizione di vita, e di carnagione la maggior parte bianca e rossa cogli occhi anche bianchi. Vestono ciascuno nel suo stato cosi bene come qualsivoglia altra nazione, e 1’ abito degli uomini è assai conforme coll’italiano e quello delle donne col francese. Li nobili per loro natura sono molto cortesi, e massime colli forestieri, ma i popoli sono superbissimi ed inimicissimi coi forestieri, parendo loro che quella utilità che cavano li mercanti di fuori del regno sia loro tolta, e immaginando che senza il commercio di altri da per loro potrebbero vivere. Sono ancora di poca fede verso i loro re, come fra i particolari, onde sono sospettosissimi. Usano li nobili, eccetto quelli che hanno maneggio in corte, di non abitare le città, ma star nelle loro ville, ove tengono onoratissime case così per la grande abbondanza del mangiare che usano, come per la molta copia dei servitori che tengono; nel che eccedono qualunque nazione, tanto che, fra gli altri, il conte di Pembroke ne tiene più di mille, tutti vestiti alla sua livrea. In questi loro villaggi attendono alle caccie d’ogni sorta, e ad ogni altra cosa che possa apportar loro piacere, e vi si intrattengono in modo che pare che ad altro non attendino che a vivere allegramente; nè meno stanno le donne in conversazione di quello che facciano gli uomini, alle quali donne è lecito e si costuma che senza alcun rispetto, e sole e accompagnate coi mariti, vadino alle taverne e a pranzare e cenare dove più loro piace. Non si dilettano molto gl’inglesi nè di armi nè di lettere non avendo queste in molta stima e massime li nobili, e quelle non esercitano non avendo modo alcuno quasi da poterlo fare, se non quando è il tempo della guerra; la qual finita, non se ne ricordano più. È ben vero che nelli