152 RELAZIONE DEL RE DE’ ROMANI predicatore un prete maritato, che ha alquanti figliuoli, il quale pubblicamente predica quasi tutta la dottrina luterana. Da un tempo in qua ha pur fuggito le occasioni di ritrovarsi a processioni, a uffizi de’ morti, ed altro che possa dare certo giudizio che l’animo suo fosse cattolico; e li principali della sua corte, massime il maggiordomo che appresso di lui può grandissimamenle, sono conosciuti da ciascuno per luterani. Cosi per un verso il predetto re coi cattolici s’intrattiene fingendo, quando è con loro, di non si essere da loro separato, e soprattutto con la moglie spa-gnuola; e per l’altro molto meglio si lascia intendere coi luterani, avendo, come si dice, in questa materia di religione pratiche e intelligenze segrete con diversi principi; perciocché aspirando egli all’ Impero dopo il padre, conosce molto bene che per nessun’altra via più certa può acquistar il favore e la benevolenza di quei popoli e principi che col farsi loro confidente nella religione. Oltra di questo vede come sia bisogno degli aiuti dell’ Impero contra Turchi, li quali senza la benevolenza e confidenza de’ principi non si possono avere ; però ha più volte fatto istanza al padre che non si lasci così miseramente perdere gli Stati, ma che non avendo alcun soccorso dal Pontefice, procuri di piacere a’ protestanti per ottenere da loro sussidj convenienti alla sua necessità. Nè qui finiscono i disegni e pensieri suoi, perciocché a tutte le novità e cose grandi, che gli vengono messe innanzi, egli dà orecchio, massimamente dopo che ritornò di Fiandra così mal sodisfatto del re di Spagna suo cognato, come scrissi ; onde attaccò pratica di trattazione col re di Francia, e dimostrò anco volontà buona d’attaccarla col Pontefice a’danni del cognato (1); e se egli possedesse gli Stati, e non fosse ritenuto dal padre, certo (1) In occasione della guerra ( che componevasi appunto nei giorni di questa Relazione ) Ira Paolo IV e Filippo II.