\k\ RELAZIONE DI FRANCIA e Lorena), patisse che il re non continuasse nello stile dell! altri re suoi predecessori (come primogenito e difensor di Santa Chiesa, e re cristianissimo) in prestargli l’obbedienza. Con l’Imperatore, se si guarda all’estrinseco, par che vi sia buona intelligenza, per li molti officj mandati a far in Francia da Sua Maestà in diverse occasioni, nelle quali è stato similmente corrisposto dall’uno e dall’altro re. Niente di meno, se si guarda poi intrinsecamente, occupando il re, come fa, Metz, Toul e Yerdun, città imperiali (1), l’occasione è pronta d’ esser non solo poco amici, ma inimici. Però il re, e quelli che lo governano, tanto manco si curano del mal animo che potesse aver per questo l’Imperatore, quanto che sono certi che il medesimo Imperatore conosce che questa è offesa che tocca più all’universal della Germania che al particolare suo; e con la sua povertà non è atto a entrar in guerra col re di Francia, per prender una tal querela; confidando li Francesi dall’altra parte nella di Vision della Germania, aiutata da loro con le pratiche che hanno non solo nelle città marittime, le quali godono in Francia infiniti privilegi, ma colle grosse pensioni che pagano occultamente a molti principali signori, come il conte Palatino, il duca di Yittemberg, il langravio d’Assia, li duchi di Sassonia fratelli, figliuoli di Gio. Federico, il marchese di Bade, li figliuoli della contessa di Frisia orientale, e altri, oltre quelli che pubblicamente sono in Francia al servizio del re. Perciò pensano che l’Imperatore abbia del tutto messo l’animo in pace, e sia per attendere d’or innanzi a restringersi in maggiore amicizia, con procurar di far matrimonio col re o d’una figliuola sua o d’una del re di Boemia delle più corrispondenti e conformi d’età. Col re di Spagna , doveria ragionevolmente esser cessata ogni causa non solo d’inimicizia, come è stata sin qui, ma di qualunque sospetto e diffidenza dopo la conclusione (1) Ma riconosciute alla Francia nel trattalo di Castel Cambiese.