192 RELAZIONE DI CARLO V. Avanti che si dia la paga alli soldati, s’ adunano in una compagnia, facendo leggere tutti i capitoli che hanno da osservare, e se si contentano, tirando la berretta in alto, fanno segno d’allegrezza, e il capitano fa poi giurar loro, e i principali capitoli sono di non passare cinque ore che non veggano l’insegna , e non partir mai se non abbino finito 1’ ultimo giorno della paga, altrimenti sono dagli altri soldati fatti passare per le picche. Però si mantengono in offizio, che non possono fare come l’Italiano, il quale partito da un Signore -va a servire un altro. Delle quattro parti d’ una compagnia , le tre portano picche e il corsaletto con il suo morione , e gran parte le maniche di maglia e i guanti di ferro, di sopra e di sotto di maglia, come fa l’uomo d’arme. Li detti corsaletti vengono stimati di bontà maggiore di quelli d’ ogn’ altra nazione, e sono migliori perchè al petto sono fatti appuntati, dimodoché la picca del nemico non si può fermare, e la palla d’ archibuso spesse volte non fa botta. Hanno poi li cosciali così lunghi, che *il ginocchio sta coperto ; e il morione ha due qualità, l’una che li cuopre di maniera che non si veggono appena gli occhi, il naso e la bocca; l’altra che ha una mezza visiera, che quando vanno ad un assalto ella anco li difende gli occhi. Sono ancora più comodi , perchè si può dire che in un voltar d’ occhi tutta una compagnia s’arma, senza fare come gl’ Italiani e gli Spagnuoli, che vogliono un ragazzo , o 1’ uno con 1’ altro s’aiutano; perchè quelli hanno le maniche di ferro attaccate col gorgiarino, e il corsaletto è corto di busto, di maniera che se gli cade la picca, con facilità può il soldato chinarsi a ripigliarla. Delle armi d’ offesa, la picca è sottile e forte, la spada corta senza punta, legata stretta sotto la cintura col manico pendente, e alcuni hanno un piccolo pugnale, e altri in luogo di quello usano un piccolo archi-busetto. L’ armi di difesa sono lucide, perchè essi e le donne