174 RELAZ. DEL RE DE’ROMANI DI PAOLO TIEPOLO Vostra e alle Signorie Vostre Eccellentissime e alla mia patria, dalla quale riconosco che dipende l’essere e 1’ onore mio, non posso avere contratto con lei alcun merito; onde non debbo nè voglio in ciò valermi d’altro che della benignità e liberalità sua, la quale so che non solo suole adempire , ma anco di molto superare 1’ espettazione di chi la ricerca. Perchè se nei principi grandi questa virtù sopra ogni altra si conviene e si celebra , molti con lor gran beneficio hanno conosciuto che la Serenità Vostra nel donare largamente non è stata mai inferiore a qualsivoglia principe; onde debbo sperare che ella vorrà che io ancora provi la sodisfazione del suo presente, poiché mi averà da restare come se da lei mi fosse donato; in modo che la sua liberalità e non quella degli altri apparirà verso di me, la quale io sempre stimerò sopra tutti li presenti che mi si potessero fare, non tanto per il comodo che io ne riceverò nelli bisogni miei, che sarà però grande, quanto per la dimostrazione che averà fatto la Serenità Vostra, che la servitù mia le sia stata grata, che altra cosa non ho io con maggior affetto d’animo desiderato. E quando in altro io non avessi sodisfatto al debito mio, sono conscio a me medesimo di non aver mancato in alcuna parte di buon volere ed amore verso la mia patria, alla quale ho dedicato la servitù e la vita mia (l). (1) A piè del Codice si legge : MDLVll alli 12 d'ottobre detta nell’Ec-cell. Senato : fu concessa la catena con tutti i voti da quattro in fuori. Vengasi a pag. 166 la nota a ciò relativa.