DI LODOVICO FAL1ER 27 | sempre col Reverendissimo si ragionava. L’entrata sua or-f dinaria era di 150,000 ducati, oltra li molti doni che Sua Signoria Reverendissima aveva e dagli isolani e da’ Principi stranieri, e spezialmente da Francia, con cui teneva strettissima amicizia. La Corte sua era bellissima, non solamente eguale ma superiore di gran lunga a quella di S. M. Spendeva l’entrate tutte; era superbissimo, e voleva esser non onorato e reverito da principe, ma adorato come Iddio. Nella pace ultimamente fatta con Francia, gli oratori francesi, di consiglio suo, soffiorno nell’ orecchio a S. M. qualmente egli viveva in peccato mortale, e contro la Religione Cristiana tenendo la moglie, che fu del fratello ; alle quali parole il Re dato di piglio, andò discorrendo tra sè cose assai, le quali volle conferire poi col Cardinale ; il quale avendo trattato di dargli la sorella del Cristianissimo, adesso maritata al Re di Navarra, laudò molte le cose, e confermandogliele gli promise di fare tanto con Sua Santità che disfarebbe le nozze. E per non dormire troppo, scrisse a Roma ; dove intesasi la richiesta, per la discordia che era tr^i Cesare e la Chiesa, S. S. mandò il Reverendissimo Campeggio con estrema autorità papale, il quale insieme col Cardinale Eboracense unito o solo potesse dare difinitiva sentenza. Avendo il Reverendissimo più volte udito in pubblico gli avvocati delle parti regali, che personalmente si ritrovavano alla disputa, la sentenza si prolongò tanto, che successe la pace tra Cesare e Sua Reatitudine, per la quale raffreddatosi il Nostro Padre Santo, rimosse il Reverendiss. Campeggio; e l’Eboracense vedendo che, seguito il giudicio a favore di S. M., avrebbe il Re voluto sposare Madama Anna sua favorita, nipote del Duca di Norfolk, il quale insieme col Conte di lei padre gli avrebbono tolto il maneggio dalle mani, si trasse ancora lui dal primo suo proponimento, dando parole a S. M. sino a che sopraggiunsero le bolle ! della sospensione da Roma, talmente che il lutto restò im-