DI MARINO CAVALLI 131 ( Jirlau ), che erano due grossissimi vescovati e bellissime città, son del tutto desolate. Strigonia (Gran) poi, che è l’ultimo arcivescovato, dal castello in poi è disabitato. In Buda e Pest non vi abiteria comodamente un gentiluomo, non che più vi potesse abitar una Corte di re Pensi mo Y. S. se questi luoghi principali sono in tal termine , come stanno li altri inferiori, che certo moverebbe a pietà ogni barbara nazione, considerando la passata felicità di quel regno e la distruzione presente. Poco meno è rumato anco il paese da Buda in su per la medesima causa de’Turchi e per gli eserciti Alemanni, e quel poco oltre il Danubio se è fuggito dalla mano de’nemici, non ha potuto fuggir la tirannia de’ suoi signori, li quali espilano e snervano sì a lor piacere li sudditi, che non vi è uomo del contado che non creda poter più facilmente viver sotto Turchi ohe al modo presente; il che ha mostrato il concorso di molti luoghi e ville, che si sono fatti caraza-ri (1) del Signor Turco. Mi è affermato per certo che si ritrovava nel regno d’ Ungheria tal contadino, che oltre quel che aveva d’agricoltura , aveva sette e otto mila bovi, e quindici e venti mila pecore, e un bue si vendeva due ducati ungheri, e mezzo se ne pagava di tratta. Ora mo essendo minati lì villani e li bestiami, e raddoppiate l’imposizioni, non si può cavar da quel paese la decima parte di quel che si cavava prima, e nell’avvenire sarà sempre peggio; però a questa cosa delle carni bisogna che V. S. pensi e provveda in parte dello Stato suo , e in parte per altre bande per il bisogno del suo popolo. Fu detto che le imposizioni sono state duplicate, perchè possedendo il re Giovanni una parte d’Ungheria, e il re Ferdinando un’altra, essendo fra loro differenza di questi tratti, il re Giovanni tenne ferma la sua, (I) Tributaij, dalla voce turca caraz.