232 RELAZIONE DI CARLO V. non solo degli Elettori ma de’ principi spirituali e temporali , e de’ popoli, desiderano che Sua Maestà rinunzi, per fare un re de’ Romani che sia re di Germania, con restringergli 1’ autorità delle cose, per non introdur forestieri e per non pagare tanti fanti e cavalli per l’incoronazione; dicendo che l’ingerenze di fuori sono state cagione di tutti li loro mali, ed essere loro avvenuti grandissimi travagli per gl’ interessi di Milano e Siena. Bramano poi questa rinunzia gli elettori Palatino e di Sassonia, il duca di Wirtemberg e il re di Danimarca, aspirando essi a tal dignità ; e più segni si hanno che vi pensi il re di Francia ; il quale, quando ciò non gli succeda, favorirà uno delli predetti per contrappeso della casa d’Austria. Ancora la desiderano i luterani per la concordia di diverse cose degli stati loro, per la credenza che hanno di far risolvere i cattolici nella materia della religione ; ed ancor taluni cattolici per la speranza che migliore assettamento debba prendere lo stato loro, sebbene è vero che molti di essi non vorriano che S. M. Cesarea rinunziasse, parendo loro che 1’ ombra sua sia più da’ luterani temuta che non saria qualsivoglia altro che potesse esser eletto : ma tutti a questo s’ accorderiano di voler in un tal grado uno che non fosse per la potenza atto a metterli in gran travaglio. Per le sopraddette ragioni, e per il difetto della vera religione, e per l’abbondanza degl’odj, concludono i veri intendenti delle cose di essa provincia, che in essa di breve, come in altre è avvenuto, sia per declinare oltremodo questa dignità dell’ Imperio , dello stato del quale e della Maestà Cesarea, questo è quanto mi è parso di narrare (1). (I) Intorno questa materia della rinuncia di Carlo V alt’ Impero vegga il lettore l’importante scrittura del sig. Miguel da noi citala nell’Avvertimento.