Di GIOVANNI MICHIEL 453 gnor della Vigna non moriva, che aveva nome d’ambasciatore, quando non se ne fosse venuto da sè , avevano ordinato di rivocarlo, e mandarne un altro, come hanno fatto, con nome di agente ; trovato anche con difficoltà, che nessun voleva anco più andare, essendo costui che vi è, bassissimo di sangue. E non averiano anco mandato questo se non fosse che non stimano bene il romperla del tutto, oltre gli altri rispetti, per non impedir il traffico di Marsiglia con Alessandria , che è frequentissimo, e per assicurar le loro marine di Levante, per la costa di Provenza e di Lin-guadoca, piene per 1’ ordinario di navigli di corsari o turchi o dipendenti dalla protezion de’Turchi, rispettati da loro per causa dell’amicizia col Signore. Che fa aneo, che tacitamente permettino molte comodità a’ detti navigli, che capitano nella costa, d’estrazion di remi, d’arme e di metalli. Resta adesso che , per concludere e per venir al fine, io dica anco dell’animo verso Vostra Serenità. E in questo non occorrerà che mi estenda molto; perchè ( per quanto ho potuto conoscere dalle dimostrazioni usatemi, e dalle parole replicatemi più volte in molte sorte di officj per proposta e per risposta, così dalli due re passati, come dalla regina e da tutti li principali ministri), non posso render testimonio se non che mostrino d’amarla e stimarla, non avendo pretermessa, non dico verso di me, come rappresentante suo, nessuna sorte d’ onore , ma verso gli altri suoi ministri che sono capitati là ; in particolare li eccellentissimi Ponte e Navagero, che furon ricevuti ed onorati, come mai abbia visto ricever in quel regno ambasciatori delli maggiori re. Li signori di Guisa tennero tanto più opportuna la legazione , quanto che si valsero di quella ( che , per esser uomini principali, erano stati mandati al re ) per farli offerta estraordinaria per occasion delli rumori d’Ambuosa , e di quelli di Scozia, essendo allora le cose di Scozia in gran-