322 RELAZIONE DI FILIPPO II. essi Spagnuoli con li Mori venati alle mani per questa cagione più volte. E concludendo dico, che fino a che va durando questa guerra o sospizione tra essi tre nominali, Sua Maestà non ha da temere di perdere nè Orano nè la Goletta , nè li altri luoghi in Africa, se bene Dragut facesse ritorno con armata maggiore e più favore de’ Mori ; anzi s’ ella non fosse occupata nella guerra col Pontefice, col re di Francia e co’Turchi, potria facilmente sperare di recuperare Bugia, perduta per viltà del capo che era in essa, al quale fu tagliata la testa ; e dirò in questo proposito cosa notabile, che la propria madre non volle accettare in casa il detto Dragut, dicendo che non poteva essergli figliuolo avendo commesso si fatta vigliaccheria Mostra il re in tutti i suoi ragionamenti , e più il signor Buy Gomez, di non aver altro in cuore che l’imprese contro Turchi e Mori, come antichissimi nemici, se da altre guerre non fosse S. M. travagliata ; onde è solito udirsi dire, che con servizio di Dio ha modo la nazione spagnuola di far le sue vendette, sfogar 1’ ambizione ed arricchire. Mi resta solamente a considerare qual sia la disposizione dell’ animo dell’ una e dell’ altra Maestà verso questo Serenissimo Stato ; onde dirò e le cose per me intese da varj ragionamenti fatti tra quelli della corte , e quello che ho compreso nelle trattazioni di tanti negozi avuti con le Maestà Loro e con i primi ministri. Ricordano in quella corte, con attribuire molte laudi alla Serenità Vostra e alle EE. SS. VV., esse non aver mai voluto nè far lega, nè muover guerra in alcun modo, e nè pur dar sospetto contro alle Maestà Loro, benché siano già nati .accidenti che pareva che o necessitassero o invitassero questo Serenissimo Stato a farlo, come nel tempo della rotta dell’esercito del marchese del Vasto in Piemonte, potendo allora la Serenità Vostra nello stato di Milano dargli molti e grandi travagli; e nella ritirata dell’ Imperadore da Inspruch a Vii-