DI MARINO CAVALLI 139 non voler dar questi aiuti al re sia proceduto perchè vedevano che il difender l’Ungheria era debilitar le forze in casa propria, e facilitar l’imperatore alla rovina di Cleves e di Francia, e fors’anco d’alcun di loro. E credo certo che monsignor di Granvela (1), ancorché venisse come ambasciatore di Cesare alla Dieta, e che con grande istanza dimandasse che li Stati dell’impero, per la ragion che aveva nel ducato di Gheldria gli facessero giustizia e si dichiarassero inimici di Cleves, e che questo fusse il principal suo negozio e interesse del suo padrone , nondimeno averia cosi volentieri voluto la deliberazione contro Turchi come la concessione di quanto dimandava nelle cose di Cleves e di % Francia, parendogli che quando la Germania contro a’Turchi fosse stata occupata, saria stato facile all’imperatore eseguir ogni suo gran disegno. La cosa fu ridotta dopo tre mesi di contenzione, che li Cattolici deliberarono di dar mezzo aiuto, che fu 20 mila fanti e 4 mila cavalli, dalli quali debattendosi la porzione de’Luterani, venivano ad esser un terzo manco ; e in fatti è poi riuscito che a pena si è potuto aver di che pagare li tre mila Italiani sotto il Tondello. Della differenza di Gheldria e delle guerre seguite fra la regina Maria (2) e il duca, non fu deliberato cosa alcuna, e nè anco circa il restituir in stato il duca di Brun-swich; il che se bene era cosa desiderata da tutti li principi , però non si potè ottenere. Alle domande fatte contro Francia non fu risposto cosa alcuna, di modo che si può far giudicio che per le molte divisioni, e diversità di voleri che ora sono fra li Germani tutte le loro Diete si risolveranno in nulla, ovvero, deliberisi quello che si voglia, sarà eseguito da ognuno quello che si vorrà o potrà. Nel partir mio , per la molta istanza delli Elettori e d’ altri, fu otte- (1) Del Granvela parlano diffusamente le Relazioni già da noi pubblicate. (2) Sorella di Carlo V, regina vedova di Lodovico Ungheria, e allora governatrice dei Paesi Bassi.