DI GIOVANNI Mlf.IllEI. 443 siede, non cade considerazione nè di bene nè di male, sì perchè li Francesi han per adesso volte le spalle alle cose d’Italia, sì perchè tengono il Papa per principe da non potere, per la forza che ha, nè temer di lui, nè molto manco sperare, avendo il Papa passato molto ben mostrato a loro Francesi la debolezza sua e delli successori. E come principe spirituale e capo della chiesa, Vostra Serenità creda che non solo va ogni dì mancando in Francia d’autorità e di rispetto, ma sta in gran pericolo, con uno scisma, di perderla del tutto. Non dico tanto per l’alienazione di quelli della nuova dottrina, de’quali è un grandissimo numero, quanto per la volontà che ne hanno molti altri, che non sono tenuti tali, eziandio di quelli del governo, alli quali dà fastidio, oltre l’altre cose, il veder uscir ogni dì tanti denari dal regno ( così dicono ) infruttuosamente nelle spedizioni delle bolle. E non ha avuto rispetto in questo proposito di dir pubblicamente l’arcivescovo di Vienna , uno de’ primi del consiglio ( in una gran congregazione di principi e molti signori, che si faceva innanzi il re passato), che si meravigliava e doleva che tali imposizioni fossero tollerate, come se non valesse tanto, disse, la cera e il piombo del re, che non costava niente, come quello di Roma, che costava tanto. E non solo non fu ripreso, ma con grande applauso fu seguitato dal consenso di tutti gli altri. In particolare poi della persona di questo Papa (1) sono mal edificati, avendolo per debole, e per persona di poca autorità, con poca esperienza nei maneggi delle cose pubbliche. E poi la parzialità che pareva loro che usasse più verso il re Filippo che verso il loro re, causava, che ne facessero anco tanto manco stima. Però, quanto a levargli l’obbedienza, non è da credere che la regina (avendo presso di sè nel governo, come ha, li cardinali Tornone, Borbone (t) l’io IV, eletto il 2 i decembre 1500.