142 RELAZ. DEL HE DE’ ROMANI DI M. CAVALLI ferocissimamente combattuto contro gl’infedeli. A me disse il Vescovo Cameracense, che fu a Praga, ed affermò che li serenissimi suoi re vecchio e giovane, per quello che aveva inteso dalli ministri suoi, sono tanto affezionati a Vostra Serenità e desiderosi di far cosa grata a questo Eccellentissimo Dominio , che sommamente bramano occasione di poter dimostrare quest’animo loro. Ed io per me non posso abbastanza laudar questo sapientissimo instituto di V. S., che è di voler con ogni principe perseverare in amicizia, e farsi affezionate con ogni officio e cortesia tutte le nazioni e tutti li Signori del mondo ; perchè se mai si convenne far questo, se fu mai cosa utile a tempo alcuno, ora è necessaria, sicura ed utilissima cosa il farlo, fondando la conservazione dello Stato nelle città forti che ha, nelle genti, nelli denari, nelle armi proprie, e massime in quelle di mare, non che nel trattenersi con diversi officii con ognuno; poiché come dalle guerre e ruine d’altri questa felicissima Repubblica ebbe principio ed augumento, così spero che nell’avvenire interverrà che da tutto il mondo sbattuto e travagliato per le guerre crudelissime che rischiano dover essere, concorreranno genti e ricchezze e ogni altra comodità a Venezia, come al porto della vera salute. Qui termina il Codice, ma qui non crediamo che terminasse la Relazione del Cavalli, il quale si trovava ancora presso Ferdinando quando i Turchi invasero di nuovo l’Ungheria nella state del 1543, com’egli medesimo dice sul fine della sua Relazione di Carlo V del ISSI (Ser. I, T. II, p. 221), e come si conferma dall’epoca della presente da noi chiarita nell’Avvertimento; fatto, le cui circostanze egli non deve per conto alcuno avere taciuto, come pure i soliti particolari intorno la persona e la famiglia di Ferdinando, e tutte 1’ altre cose, che vediamo costantemente prese in considerazione da ogni ambasciatore. Ci duole di non avere avuta contezza d’altro Codice di questa Relazione , che ci offerisse modo di completarla.