DI GIACOMO SORANZO 39 suo testamento, e dopo di sua mano il sottoscrisse e fece sigillare col gran sigillo del regno, e comandò a tutti essi ! consiglieri che similmente lo sottoscrivessero come subito fecero; e poco dopo mori, che fu alli 6 Luglio 1553, avendo vissuto anni quindici e mesi otto, e regnato anni sei circa. Fra questo tempo non mancò il Duca di far quelle maggiori provvisioni che gli furono possibili per ridurre questo gran disegno ad effetto. Ma soprattutto si sforzò che le sue trattazioni fossero secretissime, e principalmente a madama Maria (nondimeno io le intesi e particolarmente ne diedi notizia a Vostra Serenità); ed avendo con diversi modi operato talmente, eh’ egli non era in minor credito ed autorità con essa Madama che con il Re, si immaginò che continuando a far con lei ufficj, che le facessero credere che l’animo suo era ben disposto verso lei, si conserverebbe sempre più in autorità e credito con lei. Fra le altre cose le fece intendere che senza dubbio alcuno lei sarebbe regina, con tutto che pochi del Consiglio la volessero, ma che egli però era risoluto di mettervi la vita ed ogni altra cosa sua; onde talmente l’assicurò, e in tal grazia si fermò appresso di lei, che sebbene quelli che in effetto la desideravano regina, conoscevano gl’inganni del detto Duca, avendo presentite le sue trattazioni, però non ardivano di manifestargli cosa alcuna, temendo che in luogo di far provvedere per la propria sicurtà, non manifestasse ogni cosa al Duca con loro totale ruina. Pure avendole con secreti modi fatto intendere come le trattazioni procedevano, le ricordarono che nessun maggior benefizio le poteva succedere che il simular con il Duca, anzi mostrargli maggior segno di confidenza che mai, perciocché in questo modo si assicurerebbe; che quando il Duca dubitasse di essere stato scoperto, non pareva che si dovesse credere se non che in altro peggior modo cercasse di assicurarsi di lei. Sua Maestà, come piac-