DI MARCANTONIO DA MULA 403 medesima de’Spagnuoli ; si che mi par che con buona ragione si possa concludere , che se vi fosse una secreta intelligenza non vi saria questa gran diffidenza. Se la pace veramente sia per durar o no, se bene è difficile pronosticare, pur si dee concludere che ella sia per durare, più per necessità che per volontà. Francesi hanno cesse ( cedute ) tante cose in Italia, si hanno tagliata in gran parte la strada di venirvi con la restituzion del Piemonte, sono divisi in quel governo, impoveriti, con li nemici in casa (1); e il re Cattolico è nelle medesime necessità; sì che da stanchezza staranno quieti. Vero è che se Francesi tentassero di occupar l’Inghilterra con le pretensioni che vi hanno per la Scozia, non saria da creder che il re Filippo lo patisse per l’interesse de’Paesi Bassi che stariano in pericolo: ma altramente la pace si può tener che sia per durare per alcun tempo. Dunque con Francia è pace, e si dee creder che duri. Con l’imperatore suo zio s’intertien molto bene ed amorevolmente ; ma con Massimiliano re di Boemia non è amicizia niuna, anzi Massimiliano pretende di gran cose : ma perchè quelle sono state dette tante volte, non voglio attediar le SS. VV. EE.: ma morto l’imperatore sarà guerra tra loro (2). Con l’Inghilterra gli convien tener amicizia per le comodità che ne riceve, e così per la navigazione di Spagna in Fiandra, e per i commerci , come per la gelosia dei Francesi. Con li altri principi lontani sta in pace, perchè non hanno che fare insieme. Dai principi d’Alemagna è grandemente odiato, e dalle terre ancora. (1) Allude alle discordie di religione già cominciate nel regno. (2) Ciò non fu vero. Malgrado l’antica ruggine, Filippo e Massimiliano ebbero troppo a pensare, l’uno all’insurrezione delle Fiandre, l’altro alle minaccio del Turco, per far prova di nuocersi a vicenda.