302 RELAZIONE DI FILIPPO II. quella singoiar riverenza, che alla Serenità Vostra si conviene. Intende Sua Eccellenza e discorre assai bene delle cose della guerra più pei carichi avuti dall’ Imperadore in quelli stati ed in Germania, che per studio eh’ ella abbia fatto; ha però dimostrato nelle occasioni piuttosto cuore che prudenza, e della sua persona è atto a far quello che faria ogni privato fante o cavaliero, e si diletta ancora dell’ arte della pittura e scultura. Tra quello che resta a S. E. dell’ entrate del Piemonte nella valle d’Aosta e nel contado di Nizza, e le provvisioni e stipendj che ha dal re, con li doni che pel grado di governatore gli sono fatti, ella ha al presente ogni anno centomila scudi, li quali tutti spende: onde tra per queste utilità e per quelle che S. E. spera di poter ritrarre dal re, com’ ella medesima a me ha avuto a dire, per la conformità che in molte cose hanno insieme, si deve per ragione credere che abbia a correre ogni fortuna con S. M., che le fa al presente ogni sorte di carezze ed onore. E fu notato per una cosa rara, nell’ andar che fece S. E. ad incontrare S. M 1’ altra volta eh’ ella venne d* Inghilterra, che smontata a piedi per farle riverenza, smontasse ancora il re da cavallo per abbracciarla. Resta ora che io narri in che grado d’amore o d’odio si ritrovi oggi il re Filippo con i principi di Cristianità, ed infedeli, che più parlare della disposizione dell’ animo suo verso i congiunti suoi di sangue, o di loro verso la M. S., non è necessario, avendo ponderato le cose principali quando andai considerando come l’Imperadore li amava ed era da loro amato, e specialmente dalli re de’Romani e di Boemia; e nè anche mi allargherò in dire di che volontà siano li principi e terre franche verso di lei, perchè mentre che vive S. M. Cesarea si ha da tener per fermo che abbiano da stare nei termini medesimi gli affetti verso 1’ una e 1’ altra Maestà. Tra Sua Maestà e la serenissima regina d’Inghilterra