DI FEDERICO RADOERO 281 giorni esser ridotta a difesa , quando tra il numeroso popolo che ha fosse da ciascuno portato un poco di terreno. Il castello ha buoni baluardi, molto alti verso la terra, fossa profonda e controscarpa. Di dentro vi è un castel vecchio con un altra cinta, di modo che se uno ne fosse preso, l’altro non saria perduto, e perchè esso non possa facilmente esser assediato, sono state aggiunte due gran tanaglie (1), le quali fanno effetto di trinciera di fuori, onde non si può accampare se non con gran spazio di terreno e con gran giro. Si conservano buone quantità di munizioni in esso castello , in Pavia e in Alessandria , e di vettovaglie è anco meglio all’ ordine lo stato, producendo, solo di grani, il vivere per un anno e mezzo. Quanto alla gente a cavallo se ne potria fare gran numero, essendo molti li feudatarj e molti i ricchi; ma pochi se ne veggono, parte perchè il re ha dubbio della loro fede, parte per non essere inclinati alla guerra. Di armature ne hanno assai e bellissime, ma di bontà sono reputate inferiori a quelle che si fanno a Brescia. Gli uomini sono assai buoni , e di cavalli mediocremente forniti. In esso stato si potria , battendo il tamburo , fare ventimila fanti, e nella sola città di Milano seimila, ma questi poco utili; in Cremona altrettanti, ma soldati di cuore, intelligenza ed esperienza ; in Pavia duemila assai buoni, e tra tutte le altre terre cinque o sei mila. Ma del vero numero della gente armata, cavalli leggieri e soldati a piedi, che ordinariamente stanno alla guardia di quelle frontiere, nulla si può affermare, così per i tanti varj accidenti occorsi in esso stato , come per i sospetti continui ; onde può la Serenila (1) Due opere fortificate, come si diceva, a tanaglia, fatte costruire da Don Ferrante Gonzaga. Vennero più tardi demolite, come via via l’allre parli di questo insigne Castello, del quale non conserva più alcuna imagine la caserma fortificata, che ancora ne porla il nome. Voi. Vili. 30