434 RELAZIONE DI FRANCIA quello che può risolvere da sè; ed è quella che apre tutti li plichi di lettere indirizzate al re dalli ambasciatori e da tutti li altri ministri. È stimata essa regina per donna che, se bene sin qui (per aver voluto cosi) sia stata tenuta timida, non avendo intrapreso cosa alcuna d’importanza, sia però naturalmente di gran cuore e grande ardire: come ben l’ha dimostrato alla morte del re (1), che non ostante che l’amasse singolarissimamente, essendo ancor lei amata e stimata da lui straordinariamente, però immantinente che lo vidde fuor di speranza, senza dar loco al dolore, scordandoselo del tutto, uscì il giorno seguente con animo intrepido a mangiar in pubblico, e dar udienza a qualunque veniva a lei, assumendosi subito tutta l’autorità ed il governo. E con grandissimo giudizio si messe subito di mezzo tra il re di Navarra e li signori di Guisa, raccomodandoli almeno in apparenza, per impedir che con la loro inimicizia e aperta divisione non succedesse qualche sorta di novità, con perturbazione del regno e del re suo lìgliuolo, che succedeva pupillo; effetti (come Vostra Serenità vede ) non da donna, ma da coraggiosissimo uomo, e consumato nel governo de’regni. Questo anco so di lei, per relazione di quelli che da lungo tempo la conoscono molto domesticamente , che ha pensieri grandi, e che non si lascia intendere così facilmente; e secondo l’uso di papa Leone, e degli altri suoi de’ Medici, sa molto ben fingere e dissimulare. E questo anco ben si vide nella ritenzione del principe di Con-dè (2), che non solo non si lasciò intendere d’aver mal animo contro di lui, ma per contrario ingannò il principe di Rocca Surion ( Roche-sur- Yon), il Cardinal di Borbone e altri che parlavano per lui, con dargli le migliori parole del mondo. (1) S’intenda non del re suo marito , ma di Francesco II suo figliuolo. (2) I) 15 marzo 1560 in Ambuosa; dove, per destrezza di Caterina de Medici, egli ed i suoi furono presi alla rete ohe avevano lesa per sorprendere il re, e strappargli, un editto di tolleranza religiosa. Vedasi Davila, lib. I.