208 RELAZIONE DI CARLO V. Massimiliano, e si ritrovava essere ora Carlo di essa casa d’Austria. Ma avendo S. M. regia dimostrato, parte per sue vere ragioni e parte per li gran doni che diede agli elettori, che Sigismondo non era compreso nella legge, gli riuscì essere ammesso alla dignità. Ma la necessità li ha contenuti (1) e conterrà in un certo modo per sempre, perchè scoprendosi nemici, non si potria il re de’ Romani in Germania mantenere nell’ Impero, nè il re di Spagna nei Paesi Bassi ; dove che stando tutti due uniti, ed essendo nei loro stati, si può dire, come a cavalliero del restante di essa provincia, conterranno quei principi in ufficio ; e quanto al Turco, che è immediato loro comune nemico, 1’ unione può giovare assai ; e se fossero veramente amorevoli e valorosi, non solo si difenderiano , ma gli dariano danni e travagli assai. E siccome l’avere intelligenza buona è stato all’Im-peradore e al re de’ Romani di vero sostentamento ed aiuto, così è da credere che Filippo e il re de’ Romani e suoi figliuoli non mancheranno tra loro di stringersi in amore, come saria se il re di Spagna, non avendo figliuoli con la regina d’Inghilterra, volesse far succedere matrimonio tra Ferdinando e la sorella di essa regina. Delle sei figliuole del re de’ Romani da maritare, e dei figliuoli e figliuole del re di Boemia, è da credere che non siano ad altro disposti che a far suo proprio il volere dei padri, oltre che per non aver modo di potere nè giovare nè offendere, non vengono al presente in considerazione, come pure delle tre, le due prime sorelle di S. M. Cesarea, essendo vedove e senza potere (2). Potria bene la regina Maria, come donna di valore, aiutare nei negozj, ma è odiata (1) S’intende sempre di Ferdinando e di Filippo. (2) Le due sorelle vedove sono Eleonora vedova di Francesco 1 di Francia, e Maria vedova d’Ungheria; anche quest’ultima allora senza potere, perché Filippo, che non l'amava, appena investilo nel 1556 della sovranità dei Paesi Bassi, la levò di povernalrice mandandola in Ispngna.