150 RELAZIONE DEL RE DE’ ROMANI alli studi in altri ragionamenti col suo maestro. Egli saria più tosto inclinalo all’armi, nelle quali per essere di bella complessione e avere un ingegno vivo potrebbe facilmente riuscire se da qualche valent’uomo fosse disciplinato ; e in tanto quando gli avanza tempo suole di sua mano far qualche cosa di getto di metallo, dilettandosi in quello. Si lascia molto ben intendere che si vuol maritare, e frattanto non può aver maggiore contentezza che di un poco di libertà, rallegrandosi grandemente quando dal re ottien licenza di poter uscire di casa e andare separatamente da lui alla caccia, che però gli succede rare volte. L’anno passato cominciò a entrare nel Consiglio del re , acciò imparasse il modo del governo e del consigliare. La corte sua è di paggi e gentiluomini, che lo servono nella camera ed alla tavola. Ha maggiordomo, piatto separato, stalla e altri servidori secondo il bisogno. Il principe Ferdinando , che è de’ fratelli il mezzano, alli quattordici del passato mese di giugno fini li ventolto anni. È giovane allegro, mollo vivo e gagliardo, inclinatissimo all’armi, intorno alle quali consuma gran parte del tempo, ma non ha mai avuto persona appresso di sè che lo instituisse di quelle cose, che s’appartengono a savio capitano. Della riuscita ch’egli fece l’anno passato in Ungheria si può poco dire, perchè pochissimo vi stette, e pochissime imprese furono fatte, ed egli non aveva autorità piena nelle cose, bisognando che si governasse secondo il volere di quelli che il padre gli dette per consiglieri, ma andò alla guerra con la maggiore allegrezza che si possa immaginare. Egli ha il governo della Boemia da dieci anni in qua, dove vive con gran libertà lontano dal padre, e come si dice, si sa pigliare ogni sorte di piacere. Tiene onorata corte di gentiluomini, paggi, trombetti, cappellani, guardie della sua persona, stalla e i ministri necessarj , nelli quali spende il denaro che ha dal padre così largamente, che s’è