DI FEDERICO BAUOERO 283 sue, essendo fatti partecipi degli onori ed utili; ma i signori e li cittadini per lo contrario sono di animo francese, perchè di trecento carichi, che erano tra loro distribuiti dai duchi, non ne sono ora dieci, e il rimanente è dato da Sua Maestà a Spagnuoli e ad altri. Le gravezze poi che sono poste alienano la volontà loro e del popolo ; onde per uno che ami il bene del suo re, sei desiderano quello di Francia, e va S. M. non solo ciò tenendo nascoso, ma facendo grazie a’ malcontenti più che non soleva , e avendo già il duca d’Alva dimandato ai cittadini 1’ annata , come nuovo principe, S. M. ne fece loro un libero dono, quando man-domo a narrare per un ambasciadore il poco potere che si trovavano. Il governo di tutto lo stato consiste nel governatore , nel capitano generale e nel senato. In grado di senatori se ne trovano al presente forse trenta , ma di questi la metà solamente di continuo si adopra , e sono parte cavalieri , parte dottori, li quali nel palazzo del governatore ogni mattina si riducono e trattano in appellazione le cause di tutto lo stato, avendo quella maggiore autorità che dir si possa, e in assenza del governatore reggono tutte le cose, e con essi alle volte comunicano il governatore e il capitan generale, e sono reputati giusti giudici, e prudenti nel consiglio « loro. Ha il governatore un consiglio segreto, nel quale entrano, oltre il generale, il presidente del senato, il gran cancelliere , il presidente della camera , talora il capitano di giustizia, e alcun altro per accidente, e secondo la volontà del governatore si riducono, il che avviene quasi ogni giorno. Il generale poi ha il suo consiglio di guerra, nel quale entrano il generale degli uomini d’arme, de’cavalli leggieri, della fanteria spagnuola , dell’ italiana e dell’artiglieria, il mastro del campo, il commissario delle vettovaglie, il tesoriere dell’esercito e il segretario; li quali tutti, dall’ultimo in fuori, dicono il loro parere. Ma conoscendo S. M. quanto