384 RELAZIONE DI SPAGNA dere che sarà sempre unito con S. M., per non essere oppresso da Francia, che di qua ha Cales e Bologna, e di là il regno di Scozia. Il re di Portogallo è di tenera età, e figliuolo di una sorella di S. M., che adesso è al governo della Spagna. Il signor Turco, il quale per la grandezza delle sue forze, e per la vicinità d’Italia e di Spagna, po-tria dare occasione di disturbo, dovrà aver caro di stare in pace per la discordia de’ figliuoli e per questo accordo fatto col re di Francia; e se pure volesse fare qualche moto nelle parti d’Africa, ora che il re di Spagna non avrà da attendere ad altre guerre, sarà facilmente scacciato da quelle riviere. In Italia poi S. M. ne ha tanta parte, e il re di Francia tanto poca, massime restituendosi lo stato al duca di Sa-voja, e V. S. tende tanto alla quiete, che S. M. non ha da temer guerra, se lui non la muove. Perchè nè il Papa per sè solo ha il modo di farle danno, nè il duca di Ferrara. Il duca di Fiorenza ha acquistata più autorità e più fortuna col negoziare che col far la guerra, e se sarà savio continuerà col medesimo modo anco al presente, che è la vera via di conservar Siena e tutto il resto del suo stato. Il duca di Savoja, per li suoi interessi, ha da cercar di star bene con tutti. Genova non può partirsi dalla devozione di Sua Maestà, quando non sia per altro, per rispetto di quei cittadini, che hanno tante ricchezze nelle mani sue. Lucca non ha forze. Il duca di Mantova ha avuto il Monferrato e ha da star contento. Il duca di Parma e quello di Urbino non hanno appoggio di nessun altro. Se dunque S. M. volesse muover guerra in Italia, saria contro il suo beneficio e contro quello di che ha fatto professione sempre, e che mi hanno detto molte volte quelli signori principali, ed il re medesimo. Perchè per mantener l’autorità sua in Italia non basta tenere i Francesi lontani, ma è necessario levare ad essi ogni occasione di far nuovi moti e nuovi disegni sotto pretesto di difendere altrui ,