120 RELAZIONE DEL RE DE’ ROMANI abbia voluto tentar ad un tratto due imprese, che ambedue non siano ite in sinistro: il che non solo dimostrai con esempi di principi cristiani, ma eziandio de’ Turchi, li quali hanno tanta forza e obbedienza. Oltre che doveva pensare che così presto Marano non saria venuto nelle sue mani, per esser terra, per il sito e per la disperazion di chi v’era dentro, molto ben difesa e guardata; nel qual caso si poteva tener per certo che l’armata turchesca se ne andrebbe là, e per terra ancora gran numero di cavalli, li quali non solo avriano bastato a soccorer Marano , ma si avertano fatto sentir nel cuore delli suoi Stati, come sono Gorizia , Carintia , Garniola , onde molto più S. M. che altri ne avrebbe patito. Per le quali ragioni, e per altre, che da sè S. M. poteva intendere (1) , la pregai a voler rimetter questa guerra , e licenziar il naviglio. Queste ragioni furono ben intese, e per risposta mi fu detto che dicevo il vero, e che saria col suo Consiglio, e per far piacere a questo Illustrissimo Dominio vederia di compiacerlo; la cosa sortì buon fine, e la Serenità Vostra ebbe l’intento suo. Aveva già cominciato la gente alemanna per l’impresa d’Ungheria a giunger a Vienna, e per un mese continuo a venire, e il re con li denari che aveva disponeva e preparava quanto doveva; ma creda Vostra Sublimità per certo che là non si amministra il denaro con la diligenza e prudenza che si fa da noi. Non sono là tanto numerose nè così pratiche persone, nè signori sopra li arsenali, nè sopra l’armare; non cassieri nè provveditori sopra il denaro nè sopra l’artiglieria, e se non fusse che hanno un paese abbondantissimo , la provvisione delle vettovaglie saria anco andata male : dal che provenne che mentre sull’ armata dovevano esser 10 mila uomini, non ne furono che la metà; le polveri (1) Cioè che i Veneziani, i quali avevan 1’ occhio sopra Marano, e infine, come abbiam (letto, se ne impossessarono, gli avrebbero accresciute le difficoltà.