DI PAOLO TIEPOLO 159 consigliano i modi di trovarne e le altre cose pertinenti a questo bisogno. Le cose poi di stato consiglia il re, se sono pertinenti aH’Ungheria, con Ungheri, e se alla Boemia o ad altri luoghi con li principali governatori di quelli. Ma li supremi consiglieri, che ogni giorno si ritrovano con S. M., e da’ quali suol pigliare il parere in tutte le cose, sono quattro; il maresciallo, il dottor Jonas, che ho già nominati, il dottor Genger, nato in Ulma, persona modestissima, il qual altre volte ha fatto il vicecancelliero, e il quarto novamente eletto è il signor Bartolommeo d’Harrach, barone d’Austria, il quale per innanzi non ha avuto altro carico che di maggiordomo del principe Carlo nel tempo che era ancora fanciullo. Di tutti questi non è chi abbia nome di esser di gran consiglio e maneggio, nè di molta intelligenza di cose di Stato, perciocché alcuno di loro non ha molto praticato il mondo, nè veduto , nè forse ben inteso come passino li governi e cose delli altri principi, nè in guerra nè in altri carichi e maneggi d’importanza son stati adoperati, se non che il dottor Jonas, come ho detto. E però lamentandosi ognuno, che oltra il mancamento di tutte le cose, ne’ bisogni pubblici si manchi anche di consiglio, si dà a questi la colpa di tutti li disordini che seguono ; li quali, se per quel che ho detto possono parer grandi, pare-riano molto maggiori a ciascuno che si trovasse in quella corte, e in fatto li vedesse , perciocché io narrandoli son sicuro più presto di averli scemati che accresciuti. Viene ancora a’ detti consiglieri opposto che ricevano molti presenti e denari, per li quali pare non possano consigliare il re così fedelmente come dovriano; e particolarmente ho io sentito dir da molti che il Cencovich (7) con presenti più che con ragioni, non solo s’abbia difeso dalle querele fatte da questo Illustrissimo Dominio contra di lui, ma ancora sia stato esaltato a grado onoratissimo. Dell’animo di costoro verso la Serenità Vostra, perchè