£‘28 RELAZIONE DI FRANCIA die per aver delle chiese da poter predicare , leggere, ed esercitar i riti della loro dottrina, senza biasimo o pericolo; le quali chiese domandarno senza alcun rispetto al mondo fino 1’ anno passato nella congregazione de’ principi, che lece il re morto a Fontanabello nel fin del mese d’ agosto, con una supplica che con molto ordine fu presentata al re dall’ammiraglio, rinnovala anco adesso, secondo intendo, in questa congregazione degli stali (1)), o che si conceda, dico, Yinlerim, ovvero, se si vorrà mantener l’obbedienza del Papa e de’ riti cattolici, che si ricorra alla forza con metter senza rispetto la mano nel sangue nobile, dandosi per questa via occasione ad una manifestissima e certissima divisione del regno, e conseguentemente ad una guerra civile aperta , che sia poi causa della rovina del regno insieme con la religione (2) ; essendo cosa ordinaria, confermata con tanti esempi, come Vostra Serenità sa , che con la mutazione della religione, avvenga di necessaria conseguenza la mutazione degli stati. Terminando dunque del tutto questa parte pertinente alla considerazione delle cose più importanti, verrò all’ altra del governo, per ¡spedirmi anco di questa, senza tedio di Vostra Serenità, più brevemente che potrò. Saria qui il suo luogo, Serenissimo Principe , che dovendo parlar del governo, io parlassi prima della natura e qualità de’ due re, alli quali ho servito in questa mia legazione, che sono stati Enrico e Francesco, F uno e 1’ altro di nome secondo. Ma poiché è piaciuto a Dio di averli chiamati a sè, non occorrerà che ne dica altro, poco o niente servendo la memoria delle qualità loro allo stato delle cose presenti. Solamente dirò che quanto fu dannosa a tutto il regno di Francia la morte del re Enrico, e come certo presagio dei (1) Che si tennero nella città di Orleans nel gcnnajo 1501, conio abbiati! dello ncU’avvertimento. (2) Non tu tanto, ma poco meno.