DI MICHELE SORIANO 387 lontà sua sia per conservar la pace quanto più possa, e che, come si dice pubblicamente, non abbia altro maggior desiderio che andare in Spagna per regolare le cose di quei regni, e per far giurare al principe Carlo suo figliuolo, che ha già quattordici anni, e mandarlo poi al governo di Fiandra e dell’ Italia, se Sua Maestà non vorrà tornarvi lei. Del qual principe si potria forse più dubitare, perchè sebbene è simile al padre di faccia, è però dissimile di costumi, perchè è animoso, accorto, crudele, ambizioso, nemicissimo de’ buffoni, amicissimo de’ soldati. Ma per conservar Sua Maestà in questa buona volontà di pace e nell’ amicizia colla S. V. ed assicurarsi dal contrario, non è niuna cosa che possa far maggior frutto che la riputazione e gli ufficj. La riputazione di questa repubblica è grande appresso tutti, e si accresce con quei modi che sono stati tenuti dalla S. V. fin qui per conservarla , che è lo stare nella neutralità, nè entrar in lega con alcun principe, ma stare in amicizia con tutti, e tener tutti in speranza, fuggire ogni occasione di patir danno o ingiuria da chi si sia, trattener molti capitani di valore e di esperienza , far buona la milizia da terra e non abbandonar quella del mare, conservare l’amore e fede de’ popoli con dare ai nobili gli onori, agl’ ignobili comodità, e a tutti giustizia e sicurtà. Gli uf-ficj poi debbono esser questi in sostanza ; gratificare il re quanto si possa, onorare ed accarezzare li ministri e dipendenti suoi, e non dar mai occasione nè a Sua Maestà nè a loro di dolersi. Questi uiBcj s’ hanno da fare qua ed alla corte : quelli di qua dipendono tutti dal giudizio della Serenità Vostra e delle Eccelse Signorie Vostre, e però non ne parlo ; quelli di là sono regolati in parte dalla prudenza degli ambasciatori, i quali se saranno sempre di quella virtù e di quel giudizio , che sono quelli che ho ritrovalo in questa peregrinazione mia , la Serenità Vostra può sperare non solamente che sia eseguita la volontà sua, ma che