DI FEDERICO BADOERO 275 del Papa con quelle del re di Francia e un terzo appresso (1) non sariano bastanti a fermare il piede in niuna parte di esso regno ; e li fuorusciti e quelli che vanno fuori per elezione, che ve ne sono sempre tra due o tre mila, servendo chi il suo re, chi quello di Francia e altri, fanno riuscita di valorosi soldati (2). Del numero e qualità d’ogni nazione che ha al presente S. M. nel regno, dagli avvisi del claris-simo Navagero ambasciadore (3), la Serenità Vostra ne può essere informata; ma quelli che ordinariamente ella tiene sono da tremila e cinquecento Spagnuoli, partiti nei luoghi forti che ho nominato. Di galere ne tiene ordinariamente esso regno cinque, ma sino a venti si stima che ne potria fare, ma di qualità piuttosto inferiori che pari a quelle che ho detto di Sicilia. Li capitani della gente d’ arme sono il viceré, i duchi di Termini e di Ariano, i principi di Sulmona e di Bisi-gnano, il marchese della Valle siciliano, li signori Marc’Antonio e Cammillo Colonna, i conti di Santa Fiora e di Potenza , niuno de’ quali ha più in condotta che cinquanta uomini d’ arme , ne è alcuno che per l’ordinario personalmente serva: ma due soli sono stimati tra essa nazione capitani atti per esperienza grande a condur eserciti, il Castaldo e Cesare da Napoli, che servono nello stato di Milano. L’ entrate ordinarie di S. M. si cavano da’fuochi, dogane, gabelle, dazi, e tratte di varie cose, le quali sono di ducati intorno a un milione, e li donativi ogni due e tre anni, ora di seicento, ora di otlocentomila ducati; ma delle (1) Ciò dice l’Ambasciatole per la guerra che aìiora ferveva tra il Pontefice , collegato colla Francia, e il re di Spagna. (2) Queste replicate attestazioni del valor militare de’ Napoletani temperano P amarezza dei precedenti biasimi inferiti loro dal Badoero sotto altri rispetti. (3) Ambasciatore a Roma, del quale abbiamo data la Relazione nel precedente Volume.