166 RELAZIONE DEL RE DE’ ROMANI ha aiuto da lui contra il Turco come gli pareva di meritare, e come egli ha avuto dalli altri Pontefici, come ancora per la guerra che ancor è tra lui e il re di Spagna suo nipote (1); dalla quale, oltra il danno che ne potria ricevere casa d’Austria, esso sente tuttavia questi incomodi, che per tal guerra i Germani si scandalizzano maggiormente, onde la causa della religione si fa peggiore, e per le discordie de’Cristiani viene a mancare di molti presidj, eh’ egli spereria, se queste non fossero, d’impetrare contra Turchi, i quali anco più facili si dimostreriano a far pace seco. Con Svizzeri e Grisoni si trova il re non solo in pace ma in confederazione per difesa de’stati confinanti insieme, se ben possedono li Svizzeri il contado di Hapsburg, che fu il proprio stato di casa sua, dal qual si denominava, e altri luoghi ancora che solevano essere della casa d’ Austria. Li antecessori del re hanno fatto con costoro molte guerre, e già pochi anni Massimiliano imperatore, e da loro sono stati morti del 1386 (2) Leopoldo d’Austria avo di Federigo III, dal quale il re discende, e del 1477 (3) Carlo duca di Borgogna pati) Quanto qui è detto della guerra ancora accesa Ira Paolo IV e Filippo II sembra essere in contradizione colla data del 12 Ottobre lii57, che tutti i Codici a noi noti, sotto nome sia del Soriano o del Tiepolo, assegnano a questa Relazione ; avvegnacchè i patti della pace tra il Cardinal Caraffa e il Duca d’Alba fossero stipulati in Cavi il li di settembre, e il Duca si recasse il 19 a baciare i piedi al Papa pacificato, il quale poi nel Concistoro del 2 ottobre ordinò la solenne divulgazione della stabilita concordia. I quali fatti é indubitalo che furon noti a Venezia prima del 12 ottobre si per la importanza loro propria, e più per la diretta intervenzione della Repubblica invocata in quelle trattative da Paolo IV. (Veggasi nel Tom. Ili della Serie II la Relazione di Roma di Bernardo Navagero ). Di guisa che , non volendo porre in dubbio una data cosi concordemente ripetuta in tutti i codici, resta solo ad inferirsi che quel che leggiamo fosse veramente il disteso della Relazione, scritta per certo piii giorni innanzi a quello della lettura, e quando ancora non si avevano in Venezia notizie della pace; le quali poi sopraggiunte, I’ Oratore abbia nel leggere modificato il periodo come portava l’avvenimento. (2) Nella battaglia di Sempach. (3) Nella battaglia di Nancy.