DI FEDERICO BADOERO 231 lo scettro, e un agente del re de’ Romani appresso di sè con un sufficiente secretario, e li spacci fra le Loro Maestà sono molto frequenti ; e monsignor d’Arras mi disse apertamente, e fa con tutti il medesimo, eh’ ella al fermo non renunzie-rà, e che non deve per niuna cagione farlo; il che da Don Giovanni Manrique in Augusta intesi in conformità, e con questa particolar parola, che era cosa di burla a crederlo. Le cagioni perchè ella non lo farà sono per dar sostegno al figliuolo, che sotto il nome di lei può, come ha fatto, trarre dalla Germania per suoi bisogni gente, cosa molto dannosa al Pontefice e al re di Francia ; poi li feu-datarj di Sua Maestà Cesarea non solo si contengono in of-fizio, ma fanno degl’ effetti che senza quest’ ombra non riu-sciriano ; oltra che per tal cagione rimane qualche principe quieto, che non staria, e può Sua Maestà Cattolica servirsi delle forze e autorità dell’ Imperio , ed è alla medesima di riputazione appresso li sudditi propri e il proprio sangue, perchè il re de’ Romani e quello di Boemia, e gli altri dipendenti , vivono con quel rispetto che altramente non averiano. È ancora da credere che Sua Maestà Cesarea non si muova a far la rinunzia, si perchè la sua natura non comporteria, risanandosi, o per qualche necessità, di non poter ancora adoperarsi, e perchè le pareria di camminare e giungere al fine delle sua vita con dispregio rimanendo senza questa dignità. Potria ancora essere che la Maestà Sua più avanti guardando non volesse rimettere l’Imperio in mano di questi Elettori, parte inimici e parte non confidenti, acciò che essendo si potente il re di Francia, e avendo la lega col Pontefice e tanti dependenti in Germania, non venisse il re de’ Romani nella successione a provare de’ travagli, che sariano di modo dannosi a lui e al re suo figliuolo , eh’ ella non lo vorria mai malgrado tutti li sdegni, come ho detto, che sono tra loro. E già s’intende che la maggior parte