DI MARINO CAVALLI 127 inutile e d’insopportabil spesa, della spagnola non si potendo servire se non di otto o dieci mila, e li Svizzeri essendo poco manco che Alemanni, oltre che non vogliono servir ogn’anno, in tutte le guerre che si averanno da fare per l’avvenire, la maggior forza sia d’italiani, cavandosi da loro quel buon servizio che si cava con un terzo meno di spesa delli altri. A questo modo non ne anderanno tanti amale fuori d’Italia, essendo facil cosa il provvederli. E non reputi V. S. questa materia di poca importanza, perchè nessuna cosa più presto acquista e conserva le città e li dominj che li buoni soldati, nè con altro più presto si perdono o vanno in rovina che per guasta e corrotta milizia: e quando non si hanno buone forze, negozisi pur quanto si voglia con leghe, tregue, o paci o guerre , che mai si farà cosa buona, come ce lo ha fatto conoscer la memoria delle cose passate. Con queste segnalate fazioni deliberarono li Alemanni al principio d’ottobre di ritornarsene a casa, e sì come nell’ andar all’ ingiù consumarono due mesi di tempo, nel ritornar all’ in su vennero in meno d’ una settimana, essendone però morti gran parte da mal di.......e di febbri putride, onde non si crede che delli lanzichenecchi , che furono sotto Pest, ne siano vivi la sesta parte. Fu ben deliberato che a spese dell’ Impero il re tenesse in guarnigione tanta gente, che lo stipendio importasse fin a trentamila fiorini al mese; ma seguì di questa come delle altre deliberazioni, che nihil factum fuit. Ora dirò del signor Perenicher, la cui disgrazia volle che qualche sua segreta mala intenzione e ambiziosa operazione fusse scoperta a questo tempo, e dicesi col mezzo del quomdam Reverendissimo d’ Agria ( Erlau ) il che fu causa, oltre mille altri richiami di rapine, e altre violenze fatte a’ particolari, di farlo pigliar prigione, e condurlo a Vienna, e di lì a Neustat : dalla qual ritenzione li Alemanni