DI MICHELE SORIANO 379 dolcezza, e benché sia piccolo di persona, è però cosi ben fatto, e con ogni parte del corpo cosi ben proporzionata e corrispondente al lutto, e veste con tanta pulitezza e con tanto giudizio, che non si può vedere alcuna cosa più perfetta. È Sua Maestà di complessione molto delicata, e per questo vive sempre con regola, usando per 1’ ordinario cibi di gran nutrimento, lasciando i pesci , frutti e simili cose che generano cattivi umori. Dorme molto, fa poco esercizio , e li suoi trattenimenti domestici sono tutti quieti, e benché negli esercizj abbia mostrato un poco più di prontezza e vivacità, però si vede che ha superata la sua natura, la quale inclina più alla quiete che all’esercizio, più al riposo che al travaglio. Di qui nasce che sebbene in quella età sogliono aver luogo gli appetiti giovanili ed un desiderio insaziabile di regnare, nondimeno tutte le azioni di Sua Maestà sono state indirizzate non ad ampliar con la guerra i suoi regni, ma a conservarli con la pace. Perchè nel principio del suo governo fece tregua col re di Francia, sebbene l’Imperatore non 1’ assentiva, e monsignor d’Arras la biasimava pubblicamente, regolò i disordini dei ministri dei suoi regni, rimise li tributi, sollecitò le spedizioni delle grazie e della giustizia, che l’Imperatore soleva mandare in lungo, usò liberalità verso lutti, nè lasciava partire da sé alcuno malcoltenlo. Ma partito l’Imperatore per Spagna, il quale con la riputazione della prudenza e della esperienza sosteneva 1’ autorità del figliuolo, restando lui debole sotto tanto gran peso, si trovò fra poco tempo intrigato in diverse difficoltà, le quali 1’ avriano oppresso del tutto se non fosse stato aiutato dalla fortuna e dalla imprudenza de’ nemici, onde se avesse voluto imitare l’Imperatore , ovvero il re Cattolico vecchio,* saria con la grandezza della potenza e con la prosperità della fortuna formidabile al mondo. Ma benché sia simile al padre nel viso, nelle parole, nella osservanza della religione , e nella pio-