PARTE SECONDA. DELLE SPAGNE E DI FILIPPO II. Sarà ora da me fatta quella più diligente esaminazione del serenissimo re di Spagna , figliuolo di Sua Maestà Cesarea, e degli stati e regni suoi, che mi sarà possibile, richiedendo così la grandezza delle forze sue, la qualità dei presenti tempi, e il debito dell’ ufficio mio , avendomi comandato la Serenità Vostra di dover restare appresso Sua Maestà Regia da poi il passaggio in Spagna dello Impe-radore. Il re Filipppo a’ 20 di Maggio passato entrò in trentun anno. È di statura piccola e di membri minuti, ha la f t' fronte grande e bella , gli occhi di color cilestro e assai grandi, le ciglia grosse non molto disgiunte , il naso proporzionato , la bocca grande, il labbro di sotto grosso che disdice alquanto ; porta la barba corta e pontuta all’ uso della nazione spagnuola ; è di pelle bianca e di pelo biondo, ed ha apparenza di fiammingo, ma pare altiero perchè sta sulle maniere di spagnuolo. La sua complessione è flemmatica e malinconica, e patisce doglie di stomaco e di fianco, onde ha per consiglio de’ medici cominciato ad andare spesse volte alla caccia , stimando questa la più utile medicina per fortificare il corpo, e per sottrarre 1’ animo da pensieri malinconici. È Sua Maestà, per quanto si può comprendere, di mente religiosa; ode ogni giorno la messa, e le feste solenni la predica e li vespri ; fa ancor dare così ordinariamente che per accidente elemosine, come in Brusselles avvenne l’inverno passato, che morendo per le strade i poveri di fame, di freddo e di disagi, fece fare alcuni coperti di tavole per ottocento di loro, mandandoli carne, cervosa, pane, legna e paglia ; e nella corte si dice che dal suo confessore vuole intendere se il far questa o quella cosa può Voi. Vili. :ìo