286 RELAZIONE DI FILIPPO II. tutti i galeotti quelli di Spagna sono stimati i più forti e robusti. Quasi tutta la marinarezza di tutte le galere è di Genovesi, uomini diligenti ed intendenti, che, come è noto, in cento miglia di riviera altro mestiero non fa quella gente che navigare, e sopra le loro particolari galere tengono ordinariamente pochissimo numero di scapoli, e in niuna è questo nome, nè si fa l’effetto di sopraccomito ; ma quelli che sono padroni di sei o sette , tengono il capo de’ provvisionati, i quali capi chiamano capitani, che in alcun’ altra cosa non s’impediscono che in comandare a’ soldati, ed essi vanno per lutto vedendo e provvedendo a quelle cose che faria ogni sopraccomito. Sei sono li stendardi che si levano in essa armata : del principe Doria, che è generale di tutte ; del signor Antonio Doria per essere padrone di sette ; di don Sánchez di Loria capitano delle cinque di Napoli con le due di don Gar-zia ; di don Giovanni figliuolo di don Bernardino di Mendoza, capitano delle quattordici di Spagna ; di don Berlin-ghieri Requescens capitano delle galere di Sicilia e di quelle della Religione di S. Giacomo. Il pagamento è di seimila scudi l’anno per una, che somma scudi trecentosessanta-mila in tutto (1). L’ordinario di quelle del principe Doria è di stare a Genova ; quelle del signor don Antonio a Napoli con quelle di esso regno e di don Garzia ; quelle del marchese di Terranuova e del Cicala e di don Berlinghieri, insieme con quelle di Sicilia, stanno alla guardia di essa isola; e quelle di don Giovanni di Mendoza e della Religione di S. Giacomo in Spagna. Quando occorre per rispetto dell’ armata del (1) Questo computo ridurrebbe il numero delle galere a 60: ma la cifra totale della spesa può conciliarsi colle 64 da quanto dice nella seguente Relazione il Soriano, cioè che solo le galere condotte a stipendio dal Re costavano sei mila ducali 1’ una, e le altre soltanto tremila e cinquecento. '