DI MICHELE SORIANO 381 signor d’Arras che v’ interviene qualche volta , un portoghese , che è il signor Ruy Gomez de Silva , che ora si chiama il conte di Melito, e cinque spagnuoli, il duca d’Alva, don Giovanni Manrique de Lara, don Antonio di Toledo, il conte di Feria, e il duca di Francavilla. Di tutti questi il sig. Ruy Gomez ha più autorità appresso al re, ed il duca d’Alva più esperienza; don Giovanni Manrique è più pronto e di più vivo ingegno; don Antonio di Toledo ha più religione e più autorità, il conte di Feria più grazia e più gentilezza, il duca di Francavilla è nuovo, e non ha credito per altro che per esser suocero del sig. Ruy Gomez. Mostra ciascuno di avere un fine stesso in tutte le azioni sue, che è 1’ onore e il benefizio del re , ma ognuno cammina a quel fine con vie diverse. E sono divisi in due sette, di una delle quali è capo Ruy Gomez, dell’altra il duca d’Alva, donde è nato, nasce e nascerà ogni disordine in quella corte, perchè con questi dispareri si tarda la spedizione di tutte le cose e pubbliche e private, con pena e disperazione di chi le tratta, e si accresce infinita difficoltà nel negoziare, perchè chi vuole il favore del duca d’Alva, perde quello di Ruy Gomez , e chi cerca il favore di Ruy Gomez, non ha quello del duca d’Alva ; e può ben ringraziare Iddio chi si governa in modo con l’uno e con l’altro, che non si acquisti contrario o l’uno o l’altro. Questo è il fondamento, queste le colonne con che si sostenta questa gran macchina, e dal consiglio de’ quali dipende il governo di mezzo mondo ; ma non vai tanto alcuno degli altri, nè tutti insieme, quanto monsignor d’Arras solo, il quale per il gran giudizio e per la lunga pratica che ha del governo del mondo, è nel tentar le imprese grandi più accorto e più animoso di tutti, più destro e più sicuro nel maneggiarle, e nel finirle più costante e più risoluto. Egli non fu mai di opinione che si rompesse la guerra col Papa , per non mettere in pericolo le cose d’Italia, nè che si cedesse Siena