348 RELAZIONE DI SPAGNA chi ha da pagarle ; e li Piemontesi e quelli del Monferrato non per altra causa che per esser vicini allo stato di Milano patiscono tante rovine. Queste vie che ho detto si terranno per cavar denari da quello stato, e quell’altre che V. S. sente ogni giorno per lettere de’suoi ministri ; onde non è necessario ch’io mi diffonda troppo in dichiarare l’animo di quei popoli, perchè può esser giudicato da ognuno facilmente. Il regno di Napoli rende d’entrata un milione d’oro, e ha di spesa un milione e mezzo (1), e quel di più si cava da’ donativi del regno , e sussidj ed imposizioni e gravezze nuove e accrescimento delle vecchie, da confiscazioni ed altre cose estraordinarie ; nè si può immaginare alcuna via da cavar denari da’popoli, che non sia in uso in quel regno. Onde i regnicoli per la maggior parte sono falliti e disperati, e molti si mettono alla strada per non aver altro modo di vivere, onde nasce tanto numero di ladroni e fuorusciti, che non ne sono altrettanti in tutto il resto d’Italia. La causa di così gran strettezza è notissima, che l’entrate del del regno sono vendute ed impegnate per la maggior parte (2), e la spesa non si sminuisce, ma s’ accresce dagl’ interessi aggiunti, ed oltre di questo dagli accidenti estraordinari, che hanno bisogno di provvisioni estraordinarie, come l’anno del 1557 , che il regno fu assaltato da’ Francesi. Ma fra le spese ordinarie ne sono due che consumano molti denari ; 1’ una è del tutto inutile, 1’ altra ancora danti) Si vede che per la guerra del 1557 le condizioni economiche del Regno erano peggiorate da quello che scriveva il Badoero, pag. 278. (2) A’ tempi del Porzio, il quale scrisse la sua Relazione del regno di Napoli nel 1578, erano vendute, impegnate o totalmente alienate, com'egli dice, le infrascrilte entrate : nella città di Napoli, la gabella del peso , quella de’meloni, quella del greco, quella delle meretrici, il reale del pesce, la lanterna, lo scannaggio, la casa della farina, la bagliva, portolanla e zecca: nel regno, le tratte de’vini, grani, orzi e di altre vettovaglie, i feudi a’quali succede la corte, le terre di demanio, gli uffici che si vendono, le udienze, gl’intercetti, i passi e le scafe, e la gabella ordinaria della seta di Calabria