146 RELAZIONE DEL HE DE’ ROMANI nella faccia, e alcuna volta gli è ritornata; ma perchè non gli dà alcun dolore non la stima, nè resta per quella d’ attendere a tutti i suoi negozi, avendo anco dato udienza a me nel tempo ch’egli aveva cose sopra il viso da refrigerarsi. Ha regolato in modo la vita sua , che è disegnato a ciascun’ ora del giorno quello che ha da fare , sì che senza mai variare, se qualche accidente non lo necessita, in ogni tempo a una medesim’ ora va a letto, a una medesim’ ora si leva , dice le sue orazioni, va in chiesa e in consiglio , dà udienza e desina, se non quando è vigilia, che per causa del digiuno differisce un’ ora di più il desinare, contentandosi sempre di un solo pasto al giorno, e quello modesto. Fa grandissimo esercizio, perchè la maggior parte del giorno sta in piedi , e almeno un giorno della settimana va alla caccia, solo ristoro delli suoi travagliosi negozi, e la continua bene spesso dalla mattina alla sera con estrema stanchezza di chi lo seguita. Rarissime volte si vede sputare , o in altro modo dimostrare catarro o umidità superflua ; però li medici tutti lo giudicano di lunghissima vita (1). Quanto sia religioso può parere dal suo frequentare li divini uffici, dal confessarsi e dal comunicarsi tre e quattro volte l’anno, ma in nessun modo più che dalla contesa che esso ha avuto così lungo tempo con suo grave danno per causa di religione con li principi di Germania e colli suoi popoli, in grazia de’ quali se ha alcune cose permesso, è da molti interpetrato che sia stato più tosto necessità che volontà, e che la sua persona resti come fu sempre cattolica. La sua mente è che a ciascuno sia fatta inviolata giustizia, ed egli per quel che gli viene innanzi la fa (2), ma li suoi ministri mancano spesse volte, i quali non gli rappresentano come le cose veramente passino. Piega più tosto alla (1) Tale non può dirsi che sia stata, perch’ei morì di 61 anni nel 15fil. (2) Cioè, per quello che arriva a conoscere.