DI GIOVANNI MICHIEL 447 invasione de’Francesi. E perciò con più riposato animo attenderanno ad aspettar il termine delli sette anni assegnato per la pace alla restituzion di Calais, alternativamente, o di quello, o di cento mila scudi. E secondo il termine nel qual si troveranno allora e gli uni e gli altri , potranno rompere o tener fermo 1’ accordo. Con li re di Polonia, Portogallo, Dania, Svezia, e cosi col re Stefano di Transilvania, non passando tra loro e il re di Francia altri officj che di amorevolezze e di complimenti , secondo le occasioni che occorrono , non può esser altro che amicizia e buona intelligenza. Avendo detto delli altri saria qui il luogo di Vostra Serenità, ma lo riserverò in ultimo: non scordandomi, prima eh’ io parli de’ principi d’Italia, di dir che col duca di Lorena , che pur è principe libero, ( non considerato che il duca presente sia cognato del re, avendo sposato la sorella, e sia allevato in Francia, e sia pensionario del re, godendo cinquanta mila franchi l’anno, con la compagnia d’uomini d’ arme ) è antica e naturale amicizia, come è sempre stata tra tutti li duchi [tassali e il regno di Francia , li quali hanno sempre corso la fortuna di quel regno, sebbene per maggior servizio che ne ricevono li re, si contentano che nelle guerre siano neutri. Ora quanto alli principi d’Italia , essendo il duca di Savoia fatto principe considerabile per la restituzione del suo stato ( che dalla parte di Francia arriva poco men d’un miglio italiano alla città di Lione), questo di suo naturai sarebbe tenuto poco confidente, non solo per 1’ offesa fattali per l’occupazione del suo per cosi lungo tempo, ma per essere allevato tra li nemici del re, con animo, maniere ed usi differentissimi dai Francesi, nelli quali va tuttavia continuando. Però il rispetto di madama sua moglie fa che sia tenuto nell’estrinseco per amico. La qual madama non si può dir quanto sia amata e stimata dalla regina e da tutti