314 RELAZIONE DI NAPOLI se ci vogliamo appigliar all’ istorio, che al tempo dei Greci, intorno 1’ anno 556, la nobiltà di Napoli era divisa in due piazze, 1’ una chiamata Capuana e l’altra detta Nido, e godeva il felice stato d'una bene ordinata repubblica. Dopo, ricevendo altra forma il governo per l’invasione di diverse barbare nazioni che afflissero la misera Italia, passò da uno stato buono ad un peggiore, e dal peggiore al pessimo, e si estinsero affatto le predette piazze. Ma poiché era necessario che le cose pubbliche fossero trattate con qualche nuovo buon ordine, crescendo ogni dì più la città d’abitazioni e d’abitanti, s’ammassò tutt’il corpo de’cittadini più onorali o per virtù dell’ armi o per eccellenza di lettere in quella parto, che allora era la più bella , e oggi si chiama Capuana , terminandovi non solo i pubblici negozj, ma i particolari affari ancora. Fecero i sopradetti fabbricare certa loggia coperta, che pur oggidì si vede, per la congregazione della nobiltà, alla quale congregazione era ammesso allora ognuno che abitasse quel quartiero in casa onorata, con seguito di servitori, con ornamento di livree, con numero di cavalli, e in somma con quell’ apparenza di domestica pompa, che è ingenita alla nazione napolitana più che ad ogni altra del mondo, e ritornarono il seggio estinto di Capuana, apportando questa maniera di'governo e di vivere non minor commodo che estimazione alla città ed ai cittadini. Gli altri che abitavano Nido eressero ancor essi il loro antico seggio, mantenendosi 1’ uno e l’altro in una mediocre autorità, la quale s’accrebbe assai a tempo di Roberto Guiscardo, che fu investito del titolo di duca di Puglia e di Calabria ; continuando con pari felicità sotto gli Svevi. Impadronitosi poi Carlo conte d’Angiù e di Provenza del regno , l’anno 1266 , istituì quattro altri seggi, Montagna, Forcella, Porto, e Portanova, i quali, a somiglianza de’ due primi, cominciarono a fabbricar loggie e ad osservare le leggi altrui, formando impresa che li distinguesse. E siccome si vedeva in Capuana un cavallo senza freno, a cui poi fu messo ( il freno ) da Corrado imperatore e re di Napoli per dinotare il suo dominio, e un S. Martino per significar la pietà verso i poveri, c in Nido 1’ ¡stessa del cavallo