DI VINCENZO Qt'IRINI. 1506. 19 si confermano per molti sinistri che accadono alle navi e ai marinari in cpiesto così lungo cammino che fanno i Portoghesi; i quali sinistri sono di sorte, che ormai poche ciurme si trovano che vi vadano volentieri, si per le malattie, come elianti per il pericolo grande di annegarsi, il qual è siffatto, che da 114 uavi, che sono andate al detto viaggio dal 1497 lino 1506, solamente 55 sono ritornate, e 19 sono certo perdute , quasi tutte cariche di spezie, e di 40 finora non si sa cosa alcuna. Nè è da dire che ogni giorno manco navi siano per perdersi, perchè le fortune del mare sopraggiungono alcuna volta quando gli uomini si reputano più sicuri, e massime in quei mari, che sono i maggiori e più pericolosi di lutti. Per questa e molte altre ragioni, Principe Serenissimo, è da molli giudicato che il viaggio d’India, che fanno Portoghesi, non abbia ad esser così certo nè così fermo come da loro è stimalo. Ma ancora che queste ragioni abbiano qualche colore di verità, non è però da fermarvisi, anzi dubitando il male mentre si spera il bene, far quelle provvisioni clic dalle Eccellenze Vostre saranno giudicate a simil materia le migliori (1). Questa , Principe Serenissimo , è quella informazione che del navigar de’ Portoghesi, e di ogni altra cosa appartenente alla legazion mia, in tutto questo lungo e assai faticoso viaggio, ho potuto avere. Nè altro mi occorre che degno sia di venir alle orecchie di Vostra Sublimità , salvo che umilmente supplicarla , che se in questa mia legazione non ho usato quella destrezza e quella diligenza clic ad un tanto officio si conveniva , voglia per sua clemenza perdonarmi, che maggior premio di qualunque mia fatica non poirei ricevere. (1) Il Quiiini, come abbiam dello nell* Avvenimento , ha enumeralo lulte le possibilità sfavorevoli ai Portoghesi nell’interesse della sua patria minacciala in una parte cosi importante de’suoi commerci. Ma, come appunto egli stesso conclude, non cran quelli fondamenti suflicienli a sperare che la fortuna portoghese venisse meno; la quale per l’eroismo dei Gama, degli Almeida , degli Albuqucrque crebbe all’incontro con inaudita prosperità, e in meno di veni’anni, conquisi dal golfo Persico a Malacca i più polenti avversarj, fondò nell’Indie una dominazione, che per un secolo ancora rimase senza rivali, e che non venne meno a sua volta che quando la madre patria cadde in servitù della Spagna.