Vili PREFAZIONE cipj, ma agii uni ed alle altre assegnare la parte che si conviene nelle vicende delle nazioni. E non di rado ci accade di veder fatto gran caso di tal leggiero incidente, che fu la causa o l’occasione, dagli storici non avvertita , di qualche grande successo, e di trovare appena considerate altre cose, che o fallaci tradizioni o il pregiudizio dei dotti hanno tenute sino ad oggi in onore. Nè il continuo succedersi delle ambascierie nuoceva alla varietà dei referti e dei giudizj ; imperocché, oltre I’ arte peculiare ai veneti ambasciatori di osservar sempre gli oggetti sotto nuovi e diversi punti di vista , le cose de principi e stati umani ( dice appunto uno di loro ) andandosi di giorno in giorno in diversi modi mutando (1 ), ogni Relazione ciò almeno abbia di nuovo, che l’intercorso tempo era venuto arrecando così rispetto alle cose che alle persone. Rene è da deplorare che I incendio del palazzo ducale, avvenuto nel 1577, il quale distrusse alcune sale della cancelleria, ci abbia irreparabilmente privati delle Relazioni precedenti al sedicesimo secolo, dalla quale epoca soltanto incomincia la serie di quelle che sono a noi pervenute ; unica forse sopravissuta delle precedenti, quella di Francia di Zaccaria Contarini del 1492, che pure ha luogo nella presente raccolta. Il gran numero e 1' esimia qualità dei diplomatici veneziani darebbe luogo a un giusto sentimento di meraviglia , quante volte non si avesse presente la natura stessa del governo al quale appartenevano. I veneti pa-trizj, alle cui mani esclusivamente era affidato lutto il maneggio dei pubblici negozj, avevan posto all’età di venticinque anni in Senato, dove appunto riferivano gli ambasciatori, e dove di buon ora non solo apprendevano la cognizione, ma contraevano l’abitudine dei grandi affati) N Tiepolo nella Relazione di Germania del 1532. Serie 1, T. 1, p. 34.