XII PREFAZIONE portanza incominciò, sulla metà del sedicesimo secolo, a divulgarsi per guisa, che la curiosità dei principi e degli uomini politici fu stimolata a procurarsene la cognizione ; e qual si fossero i mezzi da loro adoperati al conseguimento di questo fine, certa cosa è che ben presto cominciarono a correr copie d’alcuni appunto fra i più rimarchevoli, che resero in breve universale l’ammirazione per questi monumenti della sapienza politica dei Veneziani. Alla divulgazione di cosiffatte scritture incominciata col mezzo dogli amanuensi, non lardò guari a tener dietro la stampa di talune di esse (come pur ora saremo per indicare paratamente ), che promosse ognor più il favorevole giudizio dei pubblicisti, e preparò di lunga mano il trionfo, possiamo dire, che nel campo delle storiche discipline hanno oggi finalmente conseguito le Relazioni dei Veneti Ambasciatori. Non ena chiuso ancora il secolo decimosesto, nella seconda metà del quale avevano, come abbiam detto, incominciato ad essere conosciute, che già Scipione Ammirato, ne'suoi Discorsi sopra Tacilo, enumerando fra le cose necessarie a ben governare la conoscenza degli altri principati, scriveva : « A ciò i Veneziani hanno più « che altra nazione trovata presta e spedita la via , « avendo gli ambasciatori eh’ essi mandano a’ potentati « del mondo quest’obbligo di riferir in senato, torli nati che sono dalle loro ambascierie, ciò che han « potuto cavare de’ costumi del principe, e del sito, « ricchezze, fertilità ed altre qualità de’luoghi e degli