IH IUETItO DllODO. 1598. 235 avuto gli stivali in piedi per servizio della S. V., c tutto ha latto sempre con tanta prontezza , ilarità , obbedienza , diligenza e pazienza quanto non basta ad esprimersi. Io non dirò della modestia , della destrezza e dello splendore, col quale ha sempre vissuto in quella corte, che sono stati quei mezzi che l’hanno fatto accettissimo a lutti, in modo che si può dire con verità che avrà ben lasciato l’esempio, ma portata via l’imitazione; nè ardirei di affermare queste cose in verità all’ EE. VV. se non fossero notissime a tutti. Mi rincresce, Serenissimo Principe , non poter cosi ricompensare, per la debolezza delle mie forze , intieramente il suo merito , come mi è concesso in qualche parte di poter soddisfare a me stesso col predicarlo ; ma mi consola bene lo sperare che essendo tutto fatto per loro servizio, vorranno l’EE. VV. prender questo debito sopra di loro, e scaricarmene, con fare che anch’ esso , in testimonio della loro grazia e della cognizione del gran merito che si è acquistato, possa sentire alcun frutto della loro bontà. E siccome non ha fatto quanto ha fatto, e non ha speso e affaticato quanto ha affaticato e speso, che per maggiormente farsi degno della grazia dell’ EE. VV., così le voglio riverentemente supplicare , per quanto hanno caro ad esempio d’altri il suo segnalatissimo servizio, che nelle occasioni che si rappresenteranno vogliano avere in protezione 1’ onor suo , il quale non per altro ha posposto ogni suo interesse che per l’onore di V. S. e dei suoi rappresentanti. Nel mio ritorno son passato per Piemonte, e per i rispetti della sospicione del contagio, non avendo voluto entrar in Torino, fui incontrato ed accompagnalo una giornata fuori di esso dal signor ambasciatore Cornaro (1), dal quale, come ministro di V. S., ho ricevuto tutti quei maggiori onori e favori , che maggiori non avrebbe potuto fare a V. S. Questo signore si trattiene a quella corte con indicibile soddisfazione delle Loro Altezze, ed è anco stimato per le sue virtù quanto merita. L’umanità poi e dignità che esercita nel conversare, la prudenza e destrezza nel trattare e nel negoziare, la vigilanza e {t Fantin Cornaro ,*tlel quale dianro in questo medesimo volume la Relazione.